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Mourinho: non abbiamo sostituito Matic con “Peppino e Tonino”

Come arriva la squadra all’esordio?
“Abbiamo lavorato bene, molto bene. Arriviamo praticamente con 40 giorni di lavoro dove tutti i giocatori hanno fatto il 100% del lavoro o quasi. Abbiamo avuto pochissimi problemi, nemmeno quelli che di solito ci sono in pre season. Nessuno domani rimarrà fuori per infortunio. Abbiamo due giocatori importanti fuori per squalifica però arriviamo bene. Ringrazio tutto lo staff e tutti i giocatori perché abbiamo lavorato molto bene in questo periodo. Siamo migliorati in diversi aspetti del nostro gioco. Paredes e Renato Sanches ci aiuteranno perché hanno qualità ma non sono preparati per giocare con noi conoscendo i nostri principi e dinamiche. L’attaccante? Lo sappiamo. Venire qua a piangere non vale la pena. Sappiamo tutti che dal momento che abbiamo perso Abraham, non abbiamo fatto niente per compensare questa situazione. È una cosa che tutti noi sappiamo. La società fa il possibile per risolvere la questione ma io alleno i giocatori che sono a disposizione. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi di giocare domani da attaccanti, abbiamo bisogno di loro. Abbiamo anche due giocatori fondamentali per noi che sono fuori. Possiamo fare quello che abbiamo fatto questa settimana. I tifosi possono perfettamente aiutare. Lo stadio è pieno e ci sarà un caldo incredibile. C’è chi è arrabbiato per la questione della bandiere, ma io dico “andiamo” perché abbiamo bisogno di tutti dall’inizio. Mi fido dei ragazzi nonostante le difficoltà”.

La Salernitana?
“Ha il potenziale per arrivare in Europa, hanno un ottimo allenatore. Mi aspetto una gara difficile, come tutte in Serie A, mai dirò che mi aspetto una partita semplice. Dire che mancheranno Pellegrini e Dybala è ridondante. Nel calcio siamo anni indietro: iniziare una competizione con delle squalifiche per accumulazione dei cartellini gialli della stagione passata è fuori moda. In caso di cartellino rosso lo accetto, ma lasciare i giocatori così alla prima partita è demodé”.

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Renato Sanches e Paredes? Come cambia la Roma senza Matic? La sua?
“Del Sig. Matic deve parlare lui, se vuole. Sentire il direttore del Rennes mi è bastato: ha detto che parlava con Nemanja da più di un mese. Non c’è nulla da dire. Sono contento per Paredes, per non dire molto contento, mi piace da tempo. La scorsa stagione non è stata positiva, tolto il Mondiale. Non ha lavorato nella pre stagione, però è arrivato bene dal punto di vista mentale. Partirà dalla panchina, ma ci potrà dare una mano domani”.

Ha parlato con Friedkin?
“Ha avuto quello che pensa di meritare? “Aspettiamo la fine del mercato per poter valutarlo in modo globale. E’ difficile farlo adesso però tante cose che sono state fatte, sono state fatte molto bene. Fare 30 milioni in modo molto veloce sotto grande pressione, penso che il direttore e la società hanno fatto molto bene. Ho dato un contributo anche io con i giocatori che avevano poco valore e un anno e mezzo dopo sono stati loro ad aiutare il club a salvare una situazione limite. Con le limitazioni che noi abbiamo per il FFP, è stato fatto un ottimo lavoro. Difficile fare meglio. Servirebbe un po’ di equilibrio in questa analisi. Paredes, Renato e Aouar sono tre giocatori che mi piacciono però quante partite hanno giocato lo scorso anno? Aouar veniva da una stagione difficile, così come Paredes nella Juventus. Renato Sanches nell’ultima stagione ha avuto tanti infortuni che non gli hanno permesso di giocare con continuità. Mi piacciono ma devo lavorare con loro per prepararli. Devo tutelarli e non facciamo paragone con altri club che hanno investito molto in giocatori molto bravi. Llorente e Ndicka sono contento. Llorente nello scorso anno abbiamo capito che ci sarebbe servito. Ndicka ancora non sa giocare con noi, deve imparare ma la società ha fatto bene. Mi fa male al cuore leggere certe analisi su Ibanez. Troppo facile parlare di lui e dire che ha sbagliato un paio di partite importanti, di quelle che la gente non dimentica. Sarebbe più onesto dire che per noi è stato fantastico. Il più veloce, il più pericoloso su palla inattiva, e invece leggo che non era importante per noi. Non è facile dire che sono super contento perché il campionato inizia domani e non il 31 agosto. È difficile però rispetto e sono tranquillo, non sono arrabbiato. Cerco di essere sempre positivo. Sono positivo anche perché i giocatori hanno bisogno di questo. Il direttore e la società vogliono quello che voglio io, non siamo a lati opposti del fiume. Siamo insieme. Dimani però quando entriamo in campo, ci sarà Stefano in panchina ad aiutare la squadra, però l’allenatore sono io”.

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Ma il confronto con i Friedkin c’è stato?
“Non credo che lui sarebbe contento se parlassi del mio rapporto con lui. Essendo una persona molto privata alla quale non piace avere le luci, sono un suo impiegato e quindi non commento il mio rapporto con il proprietario”.

La Roma nonstate le difficoltà ha preso soldi ma le è stato spiegato il perché non è ancora stato fatto un investimento?
“Ci sono numeri che non ho ancora capito bene. Il FFP e l’accordo che la Roma ha firmato con la Uefa, ci sono dei punti che ancora non ho capito. Principalmente quando si paragona con altri club che hanno situazione da risolvere per non parlare di squadre che sembra giochino in un universo diverso dal nostro. Questo però non è compito mio. Lavoro con i giocatori che ho a disposizione e mi fido della parola del direttore e della società. Mi hanno detto che non finiremo il mercato senza risolvere la situazione dell’attaccante. Siamo in ritardo e oi internamente lo sappiamo. Se non è stato ancora risolto il problema è perché non hanno potuto. Non hanno avuto lo stesso successo che hanno avuto con altri giocatori in altre posizioni. Devo aspettare però devo giocare domani. Devo giocare nella mia stanza fidandomi della gente che sta in panchina e nello spogliatoio. È una cosa che facciamo dall’inizio della pre season dove non sono andato in panchina né nello spogliatoio. Abbiamo preparato la gente al meglio. I giocatori si sono allenati molto molto bene e mi devi concentrare per domani. Vediamo se prossima settimana succede qualcosa e se non succede andiamo a Verona con la stessa mentalità. Siamo un gruppo unito e consapevole del nostro potenziale e dei nostri problemi”.

La Roma ha rincominciato con 3 centrocampisti e 2 attaccanti. Cosa può dare questo modulo? Pellegrini può giocare insieme ad Aouar?
“Si può farlo, tutto dipende dal momento e dall’avversario. A centrocampo abbiamo tanta gente multifunzionale. Non abbiamo giocatori che hanno una sola posizione e con un solo modulo. Cristante può fare tutti i ruoli, così come Pellegrini e Aouar. Renato invece è un vero 8. Abbiamo tante possibilità”.

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Lo scorso anno sembra ci sia stato un problema politico tra lei e gli arbitri. Volevo sapere se avete fatto qualche valutazione in questo senso. C’è un problema per la Roma?
“Una cosa è la Roma, un’altra sono io. Per me la cosa è semplice: non so se è un problema politico o meno, a me interessa solo il campo, la partita, l’arbitro, il quarto uomo e l’altra panchina. Questa cosa è uguale per tutti. Serve onestà. “A me non piace Mourinho”, non interessa. Durante la partita l’arbitro deve vedere tutti allo stesso modo. Faccio una piccola sfida, domani guardate entrambe le panchine e dopo alla fine facciamo i complimenti agli arbitri perché le hanno guardate allo stesso modo. Non voglio dire nulla. Non sono neanche preoccupato, è il gioco. I giocatori della Roma sono uguali agli altri, la panchina lo stesso. Siamo tutti uguali, questa è l’unica cosa che voglio”.

Le è piaciuta la risposta del gruppo sul caso Matic?
“L’uscita del signor Matic non ce l’aspettavamo però la Roma ha risposto immediatamente e in modo fantastico. Matic ha giocato per noi circa 50 partit3 lo scorso anno, è stato un grandissimo giocatore e importante per noi. Lo abbiamo perso però vengono Paredes e Renato, non “Peppino e Tonino”. Il problema sarebbe stato non sostituirlo. Nono sono al massimo livello però sono due giocatori che se recuperano bene fisicamente e mentalmente, hanno grande qualità. Il gruppo è sempre stato fantastico. La gente che va via lo fa piangendo. Il contatto fra la squadra e me stesso con Sergio Oliverira, Veretout, Diawara non dico che è di tutti i giorni ma siamo ancora una famiglia. La famiglia continua. Guardiamo avanti e benvenuto a chi è arrivato. Spero capiscano velocemente la dinamica di gruppo”.

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