Mihajlovic e Skov Olsen presentano la sfida alla Roma di Mourinho ospite al Dall?ara.
Si vede in ogni giocatore il sentimento di squadra. Siete d’accordo?
Mihajlovic: “Loro che sono in campo sicuramente percepiscono maggiormente questa cosa. La squadra ha trovato un suo equilibrio, difende bene senza rinunciare a creare, i nostri concetti in fase di possesso non sono cambiati. Poi quando arrivano i risultati positivi, si viaggia sulle ali dell’entusiasmo. L’atmosfera che c’è si percepisce tanto anche durante la settimana: il prodotto finale è la partita della domenica, ma non arriva per caso… Dietro c’è tutto quello che si vive durante la settimana, il lavoro sul campo e l’atmosfera”.
Skov Olsen: “Siamo un squadra, ognuno di noi è importante per gli altri, anche chi entra dalla panchina. Siamo tutti pronti a combattere e lottiamo insieme per ottenere punti importanti”.
Prova di maturità contro la Roma?
“Sicuramente è una partita importante. Abbiamo pareggiato a Bergamo, perso con l’Inter e le partite con Milan e Napoli, a decisioni arbitrali invertite, avremmo potuto vincerle anche noi. Noi domani giochiamo in casa, abbiamo una buona classifica, e affrontiamo una squadra forte con un grande allenatore. Spero in uno stadio pieno, perché il tifo per noi è importante. Non sappiamo quello che succederà ma se dovessimo vincere andremmo a un punto dalla Roma e manterremmo la classifica. La nostra mentalità è quella di rispettare ogni avversario, affrontandolo senza paura”.
Caratterialmente cosa la accomuna a Mourinho?
“Lui è un grande allenatore e una grande persona. Siamo amici, ogni tanto ci sentiamo e sono molto contento di vederlo domani. Mi è quasi sempre stato simpatico, solo all’inizio abbiamo bisticciato. Mi è sempre stato vicino, anche nel momento della malattia e questo non lo dimentico. Veniamo da due paesi in cui la furbizia e la lealtà la fanno da padrone nei caratteri della gente, quindi qualcosa in comune c’è”.
Perché litigaste all’inizio?
“Mi ricordo che col Catania contro l’Inter del triplete vincemmo noi. Poi quando arrivò a Roma lui disse qualcosa contro di me e io risposi che non potevo parlare con uno che non aveva mai giocato a calcio ad alti livelli… Alla fine però ci siamo chiariti, siamo rimasti amici. Quando sono diventato nonno mi ha scritto che non vedeva l’ora capitasse anche a lui e io gli ho risposto che per diventare nonno c’è sempre tempo”.
Ci racconta il rapporto con Arnautovic?
“Siamo due serbi, il rispetto parte da la. Tifiamo tutti Stella Rossa, e tra serbi si è tutti molto legati. Con lo Spezia non volevo tirasse lui la punizione, e lo ha sentito… Però alla fine siamo stati fortunati perché abbiamo preso il rigore e lui ha segnato, ma sulla punizione avevo ragione… Il tiro era una ciofeca. Lui è un leader, i ragazzi si sentono forti con lui in campo. E’ anche agevolato perché parla quattro o cinque lingue. Da lui è però mi aspetto sempre di più”.
E’ un campionato difficile?
“Ogni partita per vincere bisogna sputare sangue. Anche gli anni scorsi era così ma quest’anno ancora di più. Questo è anche il bello del campionato italiano che forse non è il migliore al mondo, ma sicuramente il più difficili. Chi allena in Italia farà sempre bene all’estero, viceversa è più difficili per chi arriva qui ad allenare o giocare senza averlo mai fatto prima. Ci vuole tempo per adattarsi”.
Qual è il prossimo step che si aspetta dalla squadra?
“Ci sono tante cose che dobbiamo migliorare. Settimana scorsa ho chiesto qualità, spietatezza, precisione… Per quanto riguarda la fase offensiva, per esempio, concretizziamo poco rispetto a quanto creiamo. Ci sono poi altre diverse cose che si possono migliorare”.
Quel Bologna-Roma dell’anno scorso è forse la partita più da cancellare…
“Si, può capitare quando si gioca con queste squadra contro le quali bisogna fare sempre la partita perfetta. Ogni gara è una storia a sè, noi dobbiamo credere di poter fare sempre il meglio ogni volta”
Per Skov Olsen: Che giocatore pensi di poter diventare con l’esperienza del campionato di Serie A?
“In Italia c’è un sistema di gioco diverso rispetto a quello a cui ero abituato prima, più difensivo, quindi sono migliorato sotto questo aspetto. Mi piace segnare, con il Bologna purtroppo fino ad ora non ho segnato tanti gol, e devo migliorare giorno per giorno”.
Come sta De Silvestri?
“Non so se riesco a recuperarlo per domani. Ieri ha fatto una parte di allenamento con noi, vediamo come reagisce oggi. Se non dovesse essere pronto per domani, lo sarà sicuramente per mercoledì”.
Per Skov Olsen: Come ti stai trovando in questo nuovo ruolo?
“Sto cercando di dare il mio meglio in questo nuovo ruolo, ho visto quanti gol ha segnato De Silvestri e penso di poterlo fare anche io”.
Cambia qualcosa avere De Silvestri a destra che è destro di piede, piuttosto che Skov Olsen o Orsolini, entrambi mancini?
“No non cambia niente. Per noi l’importante è trovare gli spazi di gioco, poi chi ha spazio può attaccarlo”.
Siccome il Bologna è una delle squadre che ha segnato di più nei secondi tempi, si tratta di un caso o di un processo di maturazione?
“Penso sia una casualità, perché noi le partite le prepariamo sempre allo stesso modo. Penso che le partite le facciamo sempre meglio nel primo tempo poi nel secondo le gestiamo”.
Molti giocatori stanno facendo gli straordinari da inizio campionato. La crescita della squadra deve passare anche da chi sta giocando meno?
“Il problema è quando non giocano, non quando giocano. Non gli si chiede di andare a lavorare in miniera. Per quanto riguarda chi sta giocando meno, per esempio Viola, prima gli si chiede di tornare in condizione. Lui si sta allenando, sta migliorando di condizione… Dominguez è diffidato e a centrocampo siamo corti. Però Svanberg e Dominguez per ora stanno facendo bene. Sono ragazzi giovani, possono fare gli straordinari”.
Al mercato di gennaio ci sta pensando?
“No, è una finestra di mercato difficile in cui si fa fatica a trovare giocatori che stanno bene e che si adattino al ruolo della squadra. Vediamo come andranno queste cinque/sei partite, perché se si fa bene i discorsi saranno diversi”.
Ha fatto i complimenti a Donnarumma o è lui che doveva farli a lei?
“No, non glieli ho fatti”.