Il comunicato della Lazio di ieri sera suona a voler chiarire la posizione societaria a fronte dell’apertura di un indagine da parte della procura federale.
Il caso di alcuni giocatori risultati positivi e quindi non idonei a giocare in Europa, negativi e impiegati in campionato e nuovamente positivi dopo 2 giorni, non quadra.
La procura vuole vederci chiaro ed ha inviato i suoi ispettori già varie volte a Formello per raccogliere tutti i dati.
La federazione invoca rigidi controlli
All’inizio della stagione era stata invocata una forte rigidità nei controlli e prima ancora responsabilità da parte delle società.
La responsabilità di azione era stata messa nella discrezionalità nel rivolgersi a lavoratori accreditati di fiducia.
La Lazio ha da poco cambiato il suo punto di riferimento per gli esami diagnostici svolgendo i test direttamente a Formello.
La procura vuole ora vederci chiaro e nel caso dovesse emergere/dimostrare qualche crepa nel ciclo degli esami biancocelesti le pene potrebbero essere pesanti.
Nelle norme emanate dalla FIGC a inizio Giugno se legge che in caso di violazione a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’art. 8.
I gradi di pena vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto fino all’esclusione dal campionato.
La gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione.