Tudor parla della sfida dello stadium dove affronterà per la prima volta da allenatore i bianconeri da avversario e Vlahovic per la prima volta indosserà la maglia bianconera.
Se le chiedessero di marcare Vlahovic, come farebbe?
“È un bel giocatore, uno dei più forti in quel ruolo. Loro hanno fatto un acquisto importante, con un esborso importante. Si marca al meglio delle proprie possibilità: lui è forte, ma si gioca sempre in undici. Loro hanno molti campioni che possono risolvere la partita in ogni momento. Sarà una gara bella da affrontare”.
Che sensazioni ha?
“Sarà la prima volta che andrò là da allenatore avversario. Ho passato molti anni lì, ci sarà il 50% di pubblico dopo i 5.000 delle ultime partite, quindi sarà ancora più bello. Cercheremo di prepararla nel miglior modo possibile, con tanta voglia di fare bene: andiamo là a fare il nostro calcio, stiamo bene, siamo in un buon momento. Abbiamo provato a migliorare certe cose in queste settimane”.
I nuovi acquisti possono già giocare?
“Sono contento, abbiamo lavorato bene da quel punto di vista. Sono arrivati giocatori che possono non solo dare una mano, ma anche giocare. Retsos si allena con noi da una settimana e sono contento di lui, Praszelik è un ragazzo in gamba, con tanta voglia di fare. Ci vorrà un po’ di tempo per entrare nei nostri ritmi, ma avranno i loro spazi”.
I dati del pressing vi premiano.
“Mi fa piacere. Coltiviamo quel modo di giocare, è importante trarne poi dei benefici. Quello che spendi correndo molto deve poi produrre dei risultati: sono quelle le cose che alla fine ti portano punti”.
Giocherà Lasagna o Kalinic?
“Vediamo, entrambi meritano di giocare. Decido domani. Kale ha fatto gol, Lasagna sta bene da un po’ di tempo. Magari giocano insieme…”.
Le serviva un elemento in più anche in difesa?
“Abbiamo parlato molto. Come ho detto prima sono contento: c’è Retsos, c’è Sutalo, a me Coppola piace molto. Tameze ha fatto bene in quel ruolo, volendo c’è anche Faraoni. Secondo me abbiamo fatto bene, abbiamo portato un giocatore sulla trequarti, dove eravamo un po’ corti. È ancora giovane, ha doti interessanti”.
Cos’è stata per lei la Juve?
“Sono arrivato lì molto giovane, e mi hanno cresciuto, i vari Montero, Iuliano… Sono entrato come bambino e ne sono uscito uomo. Là ho scoperto la cultura del lavoro, e andando un po’ in giro capisci che non è scontata”.
Anche per lei l’unica cosa che conta è vincere?
“Ne ho parlato molto di questo argomento. Il mondo del calcio è sempre più esigente: non basta speculare. Lo dimostra anche il nostro campionato: si fanno sempre più gol, si va di più all’attacco. Il calcio si fa per i tifosi, poi è giusto che sia il risultato a determinare. Se c’è da scegliere tra 4-3 e 1-0 scelgo il 4-3”.
A breve rientrerà Hongla. Quanto punta su di lui?
“Punto su tutti i giocatori, poi dipende sempre da loro. È normale che qualcuno non si senta sufficientemente ‘coinvolto’, i giocatori a volte non sono obiettivi, ma non penso esista allenatore che non faccia giocare chi merita. Dipende dai calciatori, bisogna avere un po’ di tempo per adattarsi a un certo modo di pensare. Considero Martin un giocatore forte, che deve ancora adattarsi un po’ al nostro sistema. Ha fatto bene in Coppa d’Africa, sono contento e lo aspettiamo”.
A che punto è Frabotta? Chi marcherà Vlahovic?
“Non lo posso dire. Sono contento di Frabotta, da martedì sarà con la squadra dopo due settimane di lavoro individuale nel quale ha spinto forte. Gli auguro che non gli capiti più”
Ha avuto paura di perdere Barak e Casale?
“Non ho avuto paura, magari sarebbero stati sostituiti. Raramente ho paura nella vita. Siamo contenti di avere giocatori appetiti: è normale che si vendano i giocatori più forti, anche se l’allenatore non vuole. Ma io ho fiducia nella dirigenza, anche quando si sono venduti giocatori forti sono stati sostituiti nel modo giusto. Si tratta di pianificare bene: se hai idee giuste e competenze non è un problema”.
La fisicità di Tameze sarà fondamentale domani?
“Sì, sono d’accordo”.
Tempo fa disse che il suo gioco sarebbe difficilmente proponibile in una big…
“È un discorso che abbiamo fatto tante volte. Oggi c’è molta più possibilità di fare questo tipo di calcio rispetto al passato: si va verso la corsa, il ritmo, la fisicità. Lo puoi fare con giocatori con certe caratteristiche: se hai gente di gamba viene molto più facile farlo. Si può fare tutto nella vita: basta crederci e avere forza di farlo”.
Simeone era stato pre-convocato dall’Argentina e Caprari è rimasto a Verona: un commento?
“Entrambi avrebbero ampiamente meritato la convocazione. Al posto loro sarei molto contento di questa cosa: fa parte della loro vita, della loro professione. Io li invito sempre a non pensarci, ma a concentrarsi sulle prestazioni. Io, da giocatore, vorrei giocare bene, vincere, divertirmi, giocare ogni domenica, spaccare… Caprari ha spaccato in queste quattro partite: ho visto che il premio della Lega Serie A è andato a Raspadori, che ha fatto il 50% di Caprari. Lui è stato per distacco il miglior giocatore della Serie A da inizio 2022: l’AIC l’ha capito, Mancini non l’ha capito o ha fatto altri ragionamenti. Ma chi se ne frega. Lui ha fatto tanti sacrifici per arrivare a questo punto, e io al posto suo sarei più contento per questo”.