L’Inter è favorita?
“Sappiamo tutti che sarà una partita molto difficile, contro un avversario di qualità, che in questi anni ha dimostrato poca differenza tra casa e trasferta. L’anno scorso ha fatto tre vittorie nel girone di Europa League, quest’anno ha fatto bene nel girone di Champions. Ci vorrà un’Inter importante”.
Si sente un allenatore top?
“Come ha detto Darmian l’inizio fa parte di un percorso lungo: fa piacere essere partiti così, ma sappiamo che il calcio va veloce. Domani è un test molto impegnativo, ma la squadra sa cosa rappresenta arrivare primi”.
All’andata il turnover forse vi ha tolto un po’ di certezze in avvio. Domani è fondamentale: ci dobbiamo attendere tanto turnover o più certezze?
“Qualcosa, come ho sempre fatto a prescindere dall’avversario, cambierò. Abbiamo qualche difficoltà nelle rotazioni, perché abbiamo qualche giocatore importante fuori: devo fare ancora valutazioni attente e guardare i parametri. Stamattina non abbiamo fatto tantissimo: non parlerei di turnover, ma di qualche cambiamento come ho sempre fatto. Magari è stato accentuato nella partita di Lisbona perché i ragazzi sono stati molto bravi a qualificarsi con due giornate di anticipo e ce lo siamo potuti permettere, sapendo che avrebbero risposto bene come è avvenuto”.
Cosa aggiungerebbe una vittoria domani in termini di fiducia?
“Tantissima fiducia, in più sarebbe di grandissimo prestigio per la nostra società e sarebbe importantissimo per avere teoricamente un sorteggio più soft. Sappiamo che in Champions tutte le partite sono estremamente difficili, ma vorremmo passare da primi in classifica”.
In Champions ha fatto finora più cambi che in campionato. Perché l’obiettivo o lo scudetto o perché ha tanta fiducia nelle rotazioni?
“Beh, senz’altro deriva dalla fiducia e dagli allenamenti della squadra. Adesso parliamo di un sorteggio soft perché noi e la Real Sociedad siamo stati estremamente bravi: l’avversario di domani arrivava dalla quarta fascia e sappiamo che il sorteggio non era stato come l’anno scorso, con due squadre fortissime, ma non mi aveva entusiasmato e siamo stati bravi a farlo sembrare più facile”.
Col Verona diventerà il sesto allenatore dell’Inter per presenze, le piacerebbe un ciclo lungo?
“Diciamo che quello è l’obiettivo, penso di qualsiasi allenatore. Ho avuto un ciclo lunghissimo alla Lazio e il mio auspicio è di restare ancora più tempo qui. Però ci passa il campo, dove sappiamo di essere giudicati ogni partita, ogni step: bisogna lavorare con questo gruppo di ragazzi, sapendo che ci saranno momenti diversi e che bisogna fare la differenza”.
Cuadrado può partire titolare?
“Domani sarà importantissima la fase di possesso, come quella di non possesso. Dovremo essere bravi in entrambe le fasi, è una squadra che pressa, che gioca, che ha tanta tecnica: i principi sono quelli da sempre, non cambiano fra casa e trasferta. Su Cuadrado sto valutando, non ho tantissima scelta: fra lui, Darmian e Bisseck due giocatori e uno verrà in panchina, sapendo che Cuadrado è entrato nei 25 finali con l’Udinese e che sta convivendo con un problema fastidioso non ancora risolto”.
Quanto è prezioso aver uno come Darmian in rosa?
“Importantissimo, Matteo insieme a tutti gli altri sta facendo molto bene. Nel caso specifico, è uno di quei classici giocatori che gli allenatori vogliono avere in squadra. Due giorni fa con l’Udinese ha fatto il quinto, prima a destra, poi a sinistra e infine ha giocato da braccetto a sinistra. A Napoli aveva fatto il braccetto di destra, siamo molto contenti di averlo a disposizione, è un giocatore di grandissima esperienza internazionale che aiuta tantissimo gli altri”.
Calhanoglu è considerato ormai tra i più forti d’Europa: le ricorda qualcuno?
“Se volete, io ero diventato allenatore dell’Inter e il giorno che ci fu quel problema importante di Eriksen ho chiamato Marotta e Ausilio la sera stessa, perché si leggeva che Calhanoglu non sarebbe rimasto al Milan. Loro mi hanno detto che l’avevano già contattato: la qualità del giocatore era un’idea comune a tutti, poi l’abbiamo preso per fare la mezzala, inutile negarlo. Le cose che sono successe durante l’anno, l’infortunio di Brozovic prolungato mi ha portato a metterlo lì ed è andato sempre in crescendo. Ha caratteristiche da play importante”.
Pavard correva molto bene scherzando con Thuram in campo, è pronto per tornare?
“Pavard ha superato il test sabato sera a San Siro, penso che possa recuperare per la prossima (con la Lazio, ndr). Al di là di quello l’atmosfera che c’è è quella che vedete voi all’esterno: un gruppo di ragazzi che si trova bene, poi c’è un allenatore che deve fare le scelte e magari chi va in panchina non è contento ma rispettano tutti le scelte”.
Frattesi è pronto per giocare dall’inizio?
“Davide sta bene, avevo il dubbio prima dell’Udinese: questi due giorni e mezzo si è allenato molto bene e penso possa giocare dall’inizio”.