Ormai non è più un segreto quello che Iachini abbia i minuti pressoché contati con l’ipotesi Prandelli che si affaccia alla finestra.
Nelle stanze dei bottoni viola, sembra che l’idea sia quella di attendere la gara di Parma per prendere decisioni.
Decisioni che potrebbero essere la conferma, a tempo, in caso di vittoria, l’esonero in caso di sconfitta, l’analisi della prestazione in caso di pareggio.
Le ipotesi
La dirigenza ha sondato Sarri e Spalletti, ma i 2 sono ancora legati, uno in un verso, uno in un altro, alle società che li hanno esonerato non possono accettare altri incarichi.
Sullo sfondo ci sarebbero quindi le idee Paulo Sousa, ultimo a dare lustro alla viola, Montella, esonerato sbattendo la porta ma ancora sotto contratto e Mazzarri, altro ex che ha dato ampia disponibilità.
Tra i vari pretendenti potrebbe essere Cesare Prandelli a spuntarla grazie al suo legame con la piazza.
L’ex CT sarebbe pronto a rimettersi in gioco nella sua amata Firenze. Inoltre non avrebbe problemi a traghettare, anche solo a fine stagione, la squadra per la semplice voglia di risedersi in panchina e di risedersi sulla panchina viola.
Il mistero della punta
Una tale situazione è nata da un attacco che non punge. Iachini non è mai riuscito a trovare la soluzione più adatta in avanti e ciò è dimostrato dai continui cambiamenti.
Ad ogni gara la sua coppia di attaccanti.
Ciò può essere dettato sia dal numero di attaccanti in rosa, sia dall’assenza di un vero goleador in rosa che sarebbe dovuto arrivare e che non è arrivato.
Tanti esperimenti, tutti falliti. Dei 12 gol messi a segno, solo 3 sono arrivati dagli attaccanti.
Ecco che a Parma potrebbe essere giocata la “carta della disperazione”
Tre punte, da tempo richieste dall’ambiente, per provare a riportare risultati e fiducia e rinsaldare un rapporto che ormai sembra logoro.