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Empoli-Verona: Tudor in conferenza stampa

Tanti assenti per Igor Tudor che non si nasconde dietro le difficoltà, ma esorta i suoi a dare il massimo. I giocatori forti si esaltano nelle difficoltà.

Gara difficile per la compagine di Tudor a Empoli con tante assenze tra infortunati e squalificati.

Gli assenti sono tanti: riesce a recuperare qualcuno?
“C’è da inventarsi qualcosa, abbiamo recuperato pochi elementi. È una situazione un po’ particolare: siamo arrivati ad un momento un po’ di emergenza. Va accettato e la partita va preparata senza scuse. Il mio modo di vedere lo sport sin da quando giocavo è che nei momenti difficili bisogna dare di più, bisogna tirare fuori qualcosa di diverso, perché la fortuna che ho avuto a giocare con i più forti, come Zidane, mi ha fatto capire che si esaltavano nelle problematiche. Un atleta è sempre un atleta, il modo di vivere il calcio a tutti i livelli deve essere questo. Penso di allenare giocatori forti, e i giocatori forti devono ragionare così”.

La presenza dei tre davanti conta ancora di più.
“Valgono tutti. Domenica avremo una bella formazione, faremo la nostra partita, contro un avversario forte e con un’identità precisa. Sarà difficile: l’Empoli gioca allo stesso modo con tutti, nella maniera giusta”.

Si sente di dire che siete la sorpresa di questa stagione?
“Non sta a me dirlo. Io alleno, provo a ottenere sempre il massimo dai giocatori, poi nel calcio ci sono le opinioni, che stanno ad altri. So come nel calcio oggi ci sei e magari domani no: bisogna stare sempre sul pezzo, perché lo sport è così. Basta poco, ed è un ‘mondo’ che non sempre condivido. Nel calcio non c’è bianco o nero, forte o scarso. C’è un mondo di opinionisti, e uno sport pratico: bisogna sempre ragionare col ‘grigio’, a metà tra bianco e nero”.

A livello di soddisfazione personale, è la sua miglior stagione da allenatore?
“Abbiamo fatto cose importanti, probabilmente sì. Anche in questo c’è una valutazione un po’ superficiale: a Udine ho avuto la stessa media punti che ho qua. Per fare paragoni bisogna sapere le cose, e a volte non è facile. Non voglio fare commenti sul mio lavoro, non credo sia giusto”.

C’è qualcuno da cui si aspetta un passo in avanti?
“Le difficoltà vanno sempre viste come un’opportunità, specie per chi ha fatto qualche partita in meno. Mi piace vedere qualcuno che magari non è nel suo ruolo…. Mi è dispiaciuto non dare spazio a Hongla perché gli altri facevano bene, ora sono felice di farlo giocare. Nel calcio può cambiare tutto velocemente, se fa una grande gara perché non lo dovrei confermare la settimana successiva? Come dice Vialli, dipende tutto da come la vedi te: anche problema può essere un’opportunità”.

Coppola giocherà?
“Non voglio svelare la squadra, vedrete domani. Siamo in un’emergenza importante”.

Che rapporto ha con D’Amico e Setti? Questa ‘filiera corta’ è un po’ il vostro segreto.
“Sono d’accordo… L’ho detto sei mesi fa: le società migliori sono organizzate con meno persone possibili”.

E il vostro rapporto personale?
“Abbiamo un rapporto buono, professionale, ognuno fa il suo. Come dovrebbe essere, niente di meno e niente di più”.

Cancellieri può giocare sull’esterno?
“Può fare il quinto, a sinistra o a destra, oppure uno dei tre davanti”.

Tameze è importante per voi, difficilmente lo sposterà sull’esterno…
“(fa una smorfia, ndr)”

Un commento sulle parole di Spalletti?
“La società ha già preso posizione. A Verona io sono uno straniero: mi sento di dire che la gente di Verona è tutto tranne che razzista, è l’osservazione che posso fare io”.

Quando rientrerà Retsos?
“La prossima partita”.

Quanto ha pesato per lei non aver fatto il ritiro estivo con la squadra?
“È difficile valutare, sicuramente una base te la dà. Quando entri in corsa conosci i punti di forza della squadra. Ci sono due aspetti: quello fisico, e il gioco. La forza di questa squadra è sempre stato il pressing, l’intensità. Poi c’è da aggiungere la fase d’attacco. La base la devi mettere sempre nella preparazione, quando hai bisogno di punti devi andare sulle cose che ti danno più garanzie. Poi a mano a mano aggiungi qualcosa in fase d’attacco, ma ci vuole più tempo. Se lavori molto alla fase d’attacco dai l’input di pensare meno alla fase difensiva, che è quella che ti porta punti”.

Lei dice che nel calcio la capacità di corsa sta acquisendo sempre più importanza. Ci fa un commento sugli ultimi risultati delle italiane in Europa?
“Nel calcio ci sono sempre più esigenze. Gli altri vanno avanti, si preparano: devi dare tutto alla squadra. Prima un dieci faceva la differenza, ora con la corsa te lo ‘mangiano’. Non credo che il calcio italiano sia così indietro. La differenza è piccola: l’Inter ha fatto una grande partita a Liverpool, con coraggio, ieri l’Atalanta ha vinto”.

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