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D’Aversa presenta la sfida alla Juventus. Situazione difficile, ma non impossibile.

D’Aversa in conferenza stampa sente di essere il primo responsabile dei risultati del Parma, ma non è tutto perduto e bisogna lottare per tornare in gioco.

D’Aversa

“La rabbia del post Cagliari non è scemata, per fortuna c’è una partita nell’immediato che ci fa ragionare a quella successiva. Ho un rapporto pessimo con la sconfitta, molto probabilmente le scorie le butterò via questa estate ma come tante altre cose successe in questo arco di tempo in cui sono qui, dove per motivi inspiegabili si sono buttati via punti che avrebbero modificato la classifica”.

Come si affronta la Juventus?

“Si affronta come si è affrontata la partita di Cagliari, di cui sapevamo l’importanza. Noi dobbiamo affrontare ogni singola partita per fare il massimo. Dopo Cagliari si è cercato di ripartire, ora sappiamo che andiamo a fare una partita contro la Juve e sappiamo quanto la tifoseria ci tenga. Dobbiamo andare lì per fare una partita, perché sappiamo l’importanza della partita. La Juve è più forte di noi ma va affrontata con massimo impegno. L’obiettivo è motlo difficile ma la matematica non dice che è impossibile”.

Come si motiva il gruppo dopo Cagliari?

“Giocare subito aiuta molto. Se dobbiamo star qui a motivare una squadra che gioca in Serie A e che gioca con la Juventus vuol dire che qualcosa non quadra. Alla base di ogni sogno di calciatore si sognano queste partite, non c’è bisogno di motivazioni ulteriori, altrimenti ci sarebbero problemi seri”.

Quanto le dà fastidio arrivare a una parte finale di stagione e non avere giocatori pronti?

“Per quanto riguarda il fatto che con il Cagliari si è dominato è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo avuto occasioni per ampliare il risultato. Abbiamo delle pause dalla trequarti di campo dove ci posizioniamo troppo bassi ma per un aspetto mentale e di paura, dovuto alla classifica in cui siamo. Il responsabile del fatto che fino al novantesimo dominiamo e poi non facciamo risultato sono io in primis, non sono stato così bravo a trasmettere che la partita finisce il giorno dopo. Se non è accaduto il responsabile sono io, premesso che si commettono errori che influenzano risultato e classifica. Per quanto riguarda gli infortuni e i cambi obbligati, quello alla lunga comporta il fatto di vincere o meno la partita. Ma io ragiono nel trasmettere la caratteristica di non mollare fino alla fine, è la quinta volta che accade da quando sono qui: significa avere punti che ci avrebbero portato fuori dalla posizione in cui siamo. Mi sento io responsabile”.

E’ più facile giocare con la Juve in questa situazione?

“Me lo auguro, affrontare la partita in maniera più serena. L’ho sempre chiesto alla squadra, che non significa essere cattivi, ma chiaro che se noi quando difendiamo facciamo crossare il Cagliari, non sporchiamo il colpo di testa, queste cose influiscono. Mi auguro che questa situazione ci faccia giocare in maniera più libera. Quando si gioca con la Juve bisogna essere orgogliosi. Dobbiamo rispettare una maglia gloriosa che indossiamo, fino all’ultimo minuto. E non solo in partita, anche nel quotidiano”.

Quanto incide che questo gruppo a inizio anno fosse scarico dai quattro anni intensi con lei?

“Quando si è conclusa la stagione scorsa dei discorsi si erano fatti con la società. Bisognava ragionare su alcune situazioni, magari di un percorso fatto sin dalla Lega Pro dove la squadra andava rinforzata e qualcosa andava migliorato. La società ha fatto altre scelte ed è inutile ora discuterne. Questa situazione ha responsabilità in tutti, si è parlato di allenatore, dei giovani, del mercato. Dal mio punto di vista ragiono sul mio palmares. Da quando sono arrivato, e l’ho sempre evidenziato, che i risultati erano frutto delle prestazioni. Tante situazioni hanno influito sul risultato di oggi: da che io non sono stato bravo a trasmettere l’aspetto che avevamo avuto per vincere i campionati, gli infortuni… Entrare sui singoli ora non ha senso”.

Anche lei pensa non ci siano più speranze? 

“Sei andato oltre, non puoi parlare per me. Prima di Cagliari ho detto che era importantissima e fondamentale per affrontare le ultime sette in una maniera diversa. Allo stesso tempo ho detto che in caso di sconfitta, se avessimo vinto tre partite di fila avremmo messo di nuovo tutto in gioco. Ci sono ancora possibilità, sono d’accordo. Perdere al novantacinquesimo a livello mentale ti può portare a qualcosa di più difficile. La Juve ha perso anche con il Benevento, che con rispetto io non cambierei nessuno giocatore mio con uno loro. Io ragiono su come migliorare la squadra, ma ognuno di noi deve ragionare sul migliorare. Se tutti pensiamo che le responsabilità sono degli altri da qui alla fine ne vinciamo poche. Sotto l’aspetto del lavoro e della ricerca dell’impossibile una dimostrazione c’è stata in questi anni, da quel punto di vista ti ringrazio per avermi fatto chiarire questo aspetto. Non è il messaggio che mando alla mia squadra il fatto di non crederci, le possibilità sono molto molto minori rispetto al novantesimo della partita di Cagliari, o dico male?”

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