La sfida contro il Cagliari, per il Parma, sarà una sorta di playout e per D’Aversa se l’aggiudicherà chi avrà maggiori motivazioni.
“Per quanto possa essere importante il mio stato d’animo, in momenti di difficoltà li abbiamo passati anche in passato, con esiti sempre positivi. Un allenatore vive i momenti nella stessa maniera, fa autocritica sempre, e sotto quel punto di vista c’è dispiacere nel non aver sfruttato al massimo quanto fatto in campo e corretto gli errori che hanno influito sulla classifica”.
Il pari non servirà a nulla?
“Chi uscirà vincitore avrò un cammino che potrà essere diverso. Chi vince ha un vantaggio, ma se una perde e poi ne vince tre di fila si tira fuori lo stesso. Dobbiamo andarci in maniera determinata, per uscire noi vincitori dallo scontro”.
A Cagliari non tira un bella aria, ci sono analogie?
“Non posso parlare degli obiettivi degli altri. A detto del presidente hanno migliorato la squadra, ma il punto comune può essere che non si è dato continuità all’anno precedente. Sulla carta sono molto forti, questo dimostra quanto è complicata la A. Noi però ragioniamo su di noi, sapendo che partita andiamo ad affrontare. Domani giochiamo contro una regione, contro un popolo. Sappiamo le motivazioni, domani è la partita”.
Come sta la squadra? Cosa è emerso dal confronto?
“Lo stato d’animo è post sconfitta. Nel primo tempo non abbiamo fatto bene e non possiamo permettercelo, così come è successo con il Benevento. Si può anche perdere con il Milan, ma un primo tempo così non possiamo concederlo a nessuno. Questo non fa parte del nostro DNA e delle caratteristiche delle mie squadre, siamo tutti responsabili. Domani ci dovranno essere 95 minuti presenti con la testa, senza ragionare su altro. Di fronte avremo una squadra forte con problematiche, con l’Inter hanno fatto bene”.
Nel suo esame di autocritica che livello di responsabilità si dà? E la squadra?
“Ognuno di noi si deve sentire responsabile, un allenatore lo fa a prescindere indipendentemente dal risultato. Io cerco le motivazioni per cui a Benevento si è fatto poco e c’erano le attenuanti per la nazionale e chi si è allenato poco. Gli avversari non hanno fatto più di noi comunque. Con il Milan mi aspettavo un atteggiamento diverso, come nel secondo tempo. A prescindere dal responsabile, che per come lavoro io sono abituato a fare sempre autocritica”.
Il messaggio è stato recepito?
“Io credo ci sia poco da dire sull’importanza della partita, se hanno capito o meno lo vedremo domani”.
Altri infortuni in settimana, che squadra ci aspettiamo?
“Tutti i giorni vi si comunica cosa accade, domani sarà una partita di calcio ma chi la vuole portare dalla sua parte sotto l’aspetto delle motivazioni e della cattiveria deve prevalere. Poi ci saranno scelte, quando un allenatore sceglie sceglie chi è più affidabile al momento”.
L’anno scorso con il Cagliari l’avete ripresa alla fine, può essere uno stimolo?
“Più che ragionare sul passato ragionerei sull’ultima partita o con il Benevento. Abbiamo buttato via tante occasioni e domani non ce lo possiamo permettere, è da affrontare come una finale. Dobbiamo limitare gli errori e dove si ha la possibilità di avere le occasioni da gol sfruttarle, perché con Benevento e Milan l’aspetto che mi fa più riflettere è che si è costruito più degli avversari ma si è pareggiato e perso. Sotto il punto di vista della voglia di portare a casa la vittoria domani dobbiamo fare una partita completa”.