Di seguito Conte in conferenza stampa di presentazione della gara in casa contro il Parma.
Sarà una sfida speciale visto il rapporto che la lega a D’Aversa?
Anche a Faggiano, siamo amici d’infanzia. Ho conosciuto Roberto quando era calciatore e io ero assistente di De Canio. Si è poi sviluppato un bel rapporto con la mia famiglia. Ho un rapporto molto stretto, sono contento che stia facendo bene. Dovremo fare grande attenzione perché il Parma è in salute. Bisognerà fare attenzione a non lasciare campo per le ripartenze perché hanno giocatori letali come Gervinho, che dal nulla può tirar fuori qualcosa di velenoso. Tutto il Parma è una squadra forte, ben allestita. Sarà un piacere affrontarli, ma vorranno batterci come noi vogliamo battere loro.
Il reparto d’attacco la soddisfa? E’ il momento di Politano?
Noi siamo partiti con un’idea ben precisa secondo le caratteristiche dei calciatori. Sapevamo di avere tre attaccanti con determinate caratteristiche: Lukaku, Lautaro e Sanchez. Sapevamo anche che Politano ha caratteristiche non proprio da punta ma ci ha giocato con il Sassuolo. Io alle punte chiedo determinate cose, che facciano determinati movimenti. Poi avevamo Sebastiano Esposito come quinta punta. Sapevamo di essere abbastanza sereni. Si è fatto male Alexis che è una perdita notevole per noi e allora abbiamo sdoganato ‘Seba’ che ha fatto tutto il precampionato con noi giocando molto bene accanto a Perisic. Adesso abbiamo questa rosa, vediamo l’evolversi della situazione di Alexis, per i discorsi di mercato è giusto affrontarli con la società e prendere le migliori decisioni. Confrontandoci e trovando la migliore soluzione sapendo che è importante recuperare tutti gli effettivi.
Per domani recupera qualcuno?
Abbiamo ancora l’allenamento di oggi, voglio parlare coi medici e fare delle valutazioni. E’ un momento in cui dobbiamo fare di necessità virtù e superare le difficoltà come fatto col Dortmund. Non sarà semplice giocare dopo tre giorni, stiamo cercando di recuperare le energie fisiche e nervose e al tempo stesso dobbiamo preparare la partita. Siamo pronti a dare battaglia, lo eravamo contro il Borussia Dortmund e lo saremo anche domani sapendo che è una gara difficile. Ci appelliamo anche al calore di San Siro che mercoledì è stato fondamentale e mi auguro lo sia anche domani.
Quanto manca per vedere la ‘tua’ Inter?
Un’idea la vedi dalle prime battute, non hai bisogno di sette-otto mesi. La vedi meglio o peggio ed è inevitabile che passando il tempo vedi determinati meccanismi. Ma l’idea se c’è, la vedi da subito. Penso che un’idea nell’Inter si possa vedere sia in fase di possesso che di non possesso. Ci dobbiamo lavorare, se c’è un rammarico è di non avere tanto tempo per farlo perché giocando ogni tre giorni ed essendo appena iniziato il percorso avremmo necessità di più tempo per lavorare sui dettagli e su tutto. Però sono contento perché per il tempo che ho a disposizione ho un gruppo di ragazzi che recepiscono bene e abbiamo anche il supporto del video che in queste situazioni è molto importante.
Quella di avere tanti italiani in rosa era una richiesta fatta alla società in estate?
L’obiettivo mio e della società e puntare su giocatori forti e affidabili che siano italiani o stranieri. L’importante è che siano affidabili. Il calciatore italiano ti dà però delle garanzie immediate perché conosce il modo di lavorare che abbiamo in Italia, un po’ diverso dall’estero. Noi siamo molto più pignoli, più tattici, siamo molto più per l’analisi video, per andare nel dettaglio. All’estero si fa in maniera molto minore. L’italiano non ha bisogno di tempo per integrarsi e avere un’anima italiana credo sia importante. Handanovic però lo considero italiano, dopo tanti anni. L’importante è avere calciatori in squadra che possano indirizzare il lavoro che facciamo e darti una mano per promuovere questo tipo di lavoro, soprattutto per i ragazzi nuovi che arrivano dall’estero e si affacciano a una nuova tipologia di lavoro.
Brozovic ha sempre giocato. Il suo vice è Sensi, spostato in regia, o ce ne sono altri?
Per caratteristiche Sensi può giocare davanti alla difesa, lo ha fatto tante volte in passato. Quando posso Stefano lo preferisco più avanti perché è molto intelligente tra le linee, ha l’ultimo passaggio e fa gol. Abbiamo anche Borja Valero. Brozovic sta facendo bene ma sa che io sono molto esigente e sa dove deve migliorare per diventare un top.
Essere attaccati alla Juve mette un po’ di nervosismo anche a Torino, vista l’ultima uscita di Agnelli non felicissima?
Noi dobbiamo essere bravi a guardare noi stessi, non gli altri. Se proprio dobbiamo guardare facciamolo verso chi ci sta davanti, non indietro. Però abbiamo iniziato un nuovo percorso e sappiamo che difficoltà ci sono. Il fatto di essere molto vicini a chi sta davanti ci deve dare soddisfazione e al tempo stesso non dobbiamo perdere di vista la realtà. Dobbiamo lottare ogni partita, ogni gara deve essere un banco di prova importante in cui dare il massimo. Solo così arriveranno i tre punti. Nei percorsi ci vuole un po’ di tempo per far crescere tanti ragazzi. Penso che siamo sulla strada buona. Continuiamo così e cerchiamo di vedere alla fine dove saremo capaci di arrivare. L’importante, come ho già detto, è andare al massimo senza avere rimpianti perché alla fine dobbiamo dirci che più di quello non potevamo fare.
Cosa pensa di dire ai suoi per tirare una riga rispetto alla gara di Sassuolo?
Al di là di frasi motivazionali penso sia importante fornire delle prove, delle situazioni, far vedere ai calciatori perché alcune cose non sono andate nella giusta maniera. Quindi trovare delle situazioni tutti insieme in cui migliorare. Gli ultimi 20′ col Sassuolo non hanno reso felici me, lo staff e i calciatori, che sono stati i primi a rendersi conto che bisogna migliorare senza andare in balia degli avversari in quella parte finale della gara. Credo che già col Dortmund ci sia stata una bella risposta. Io sono qui ed è giusto che sottolinei le cose negative e positive. I primi a rendersi conto degli sbagli e a voler migliorare sono i calciatori e per questo mi ritengo un allenatore fortunato. I ragazzi capiscono quando si fanno cose che non vanno bene.
E’ soddisfatto di come la squadra sta reagendo alle assenze? Gli assist di De Vrij dimostrano che la squadra sa reinventarsi.
La crescita di questa squadra passa dall’assimilare sempre di più alcuni concetti e situazioni. Stefan, come lo era Bonucci, diventa un calciatore per noi importante. Per situazioni tattiche devono lasciare dello spazio o a lui o al vertice basso, per cui devono essere bravi a prendersi questa incombenza di andare a cercare dei calciatori. Rispetto al passato, io ho sempre detto che i tre centrali sono i primi costruttori di gioco. Anche con l’Udinese un assist l’ha fatto Godin. Sono situazioni che proviamo e riproviamo, dobbiamo farle ancora con più insistenza.
Tolto Pirlo, è Brozovic il play più forte che ha allenato? In cosa può migliorare?
Più migliorare tanto sia nella verticalizzazione, nell’ultimo passaggio. L’ha fatto col Borussia Dortmund ma era una ripartenza. Contro una squadra schierata può migliorare. Deve lavorare anche un bel po’ sulla fase difensiva perché chi gioca davanti alla difesa ha un ruolo chiave. Questi due aspetti può migliorarli per diventare un top. Andrea Pirlo è uno di quelli che saranno ricordati per sempre. Un genio. Brozo ha caratteristiche diverse ma sta lavorando bene ed è stato una scoperta positiva. Ha voglia di fare e deve continuare a lavorare.
FcIN – Visto che ha già lanciato Bastoni ed Esposito, crede che Agoume sia già pronto per fare il salto in prima squadra dopo il Mondiale Under 17?
Secondo me Lucien deve fare ancora uno step. Ha delle qualità ma viene da un campionato straniero. Noi siamo molto tattici, ha bisogno di fare un altro step prima di pensare di poter giocare in prima squadra, però ha tutte le qualità e nel momento in cui ci sarà la possibilità ci lavoreremo. Abbiamo tanti ragazzi bravi come Lucien, come Pirola, tanti altri. Il settore giovanile sta lavorando molto bene, poi sta a me cogliere le opportunità che mi arriveranno dal vivaio e capire chi può far parte della rosa dell’Inter e quelli che hanno bisogno di aspettare. Da parte mia non c’è nessun timore. Pogba arrivò a 18 anni e giocò dopo due mesi. Se uno è forte non ho preclusioni. I giovani portano entusiasmo e determinazione, l’importante è che siano certezze perché disputiamo partite importanti in cui non c’è solo l’obiettivo di lanciare il giovane, servono i tre punti. Bastoni ed Esposito sono certezze, speriamo di averne altri.
Lele Oriali, in platea con Javier Zanetti, chiude con una battuta:
Volevo suggerire al mister che c’è anche l’usato sicuro”
dice indicando sé stesso e Zanetti.
Non siamo mai convocati
risponde l’argentino tra l’ilarità dei presenti.