Il nuovo mister Colantuono presenta la sfida salvezza che la Salernitana affronterà contro l’Empoli dopo il ritorno in settimana sulla panchina granata.
Come mai è tornato a Salerno?
“Scelta semplice. Torno in serie A, categoria che conosco bene e che ha un fascino particolare. Sono molto legato a Salerno, pur essendo rimasto appena un anno. Ho instaurato un rapporto importante con la piazza, ho tanti amici e la città è bella. E’ venuto facile dire sì alla Salernitana. Mi ha chiamato la proprietà, ho sentito sia Marchetti, sia Fabiani”.
Gara decisiva con tanti infortunati, come si vince?
“Si sono aggiunte altre defezioni a quelle preesistenti, mi avrebbe fatto piacere scegliere su una rosa più numerosa. Ma non abbiamo tempo e voglia di piangerci addosso, mi dispiace molto ma dobbiamo disputare una buona partita perchè bisogna vincere”.
Due scontri diretti di fila, sei punti per cambiare la storia?
“Mi sembra un po’ riduttivo questo discorso, ma è chiaro che sono gare importanti. Le mie motivazioni sono altissime, sapete tutti perchè andai via. La squadra è dispiaciuta, a tal proposito apro una parentesi per salutare con stima e affetto mister Castori. Nel calcio ho pochi amici, Fabrizio è uno di quelli. Da 30 anni siamo legati e ci vogliamo bene, è come un fratello e mi dispiace tanto. Non sono parole di circostanza, ci tenevo a dire queste parole. Tornando al campo, il cambio di mister è una sconfitta per tutti. Molti giocatori erano legati a Fabrizio, ma il calcio è questo. Lui ha scritto una pagina indelebile della storia calcistica della Salernitana, io lo invidio. Ha lasciato una traccia, mi auguro di poter fare altrettanto conquistando la salvezza”.
Come giocherà la Salernitana?
“In alcuni casi ci sono stati infortuni inaspettati, proprio per questo dovrò attendere domani per sciogliere le riserve. Le idee sono chiare, ma mi prendo altre 24 ore sfruttando al massimo il tempo a disposizione”.
Che idea si è fatto dell’attuale serie A e quanto contano le gare come quella contro l’Empoli?
“Capita di stare fermi, ma conosco bene il campionato. Il gap tra prime e ultime si è evidenziato, la Salernitana sa bene quello che deve fare. L’importante è rimanere attaccati al gruppo senza perdere la bussola, da gennaio in poi può essere davvero un altro campionato. E non mi riferisco al mercato”.
Come mai tutti questi infortuni?
“Coulibaly ha un problema al tendine, non è un guaio muscolare. E’ vero, abbiamo tante defezioni. Per Ruggeri non è una ricaduta, ma un problema muscolare in una zona totalmente diversa. Ci rifletteremo, è ovvio, vedremo se possiamo cambiare qualcosa ma il mio unico pensiero è rivolto al campo”.
Da dove ripartire dopo la sconfitta con lo Spezia?
“Ho visto la Salernitana dal vivo contro l’Atalanta, a me sembra una buonissima squadra. Stesso discorso a Bologna. In qualche partita è innegabile ci siano stati degli errori, ma alleno un gruppo di valore che, a mio avviso, può salvarsi. Se non hai qualità non recuperi due gol al Verona, la classifica non rispecchia le potenzialità della Salernitana. Ho riguardato tutte le partite nel dettaglio, almeno tre punti in più sarebbero stati il minimo”.
Obi e Strandberg potrebbero giocare?
“Ho 24 ore di tempo per riflettere, vediamo se possono giocare dall’inizio. Oggi ci siamo allenati, ho avuto dei riscontri e ci confronteremo per tutto il pomeriggio. Non mi esprimo perchè non so darvi risposte in merito”.
Situazione societaria anomala per tutti, che idea si è fatto?
“Non mi sono posto il problema, sarei tornato a prescindere. Qui sono stato veramente bene, mi è dispiaciuto dover abbandonare la panchina per i miei problemi familiari. Non sono un ruffiano, dico quello che penso: credo nel mio lavoro, basato sulla sofferenza, ma sono convinto che ce la possiamo fare. La questione societaria non riguarda me e non ha inciso sulla mia scelta. Mi hanno dato la possibilità di tornare in A, campionato che conosco e in cui ho fatto anche abbastanza bene”.
In attacco c’è abbondanza, dove vede Ribery?
“Ho allenato tanti campioni, per fortuna, e lui è uno di questi. Sono i più facili da allenare, se hanno raggiunto certi livelli è perchè sono i primi ad aiutare l’allenatore. Nelle ultime settimane la Salernitana ha giocato con il trequartista e le due punte, lui occuperà una zona di campo consona alle sue caratteristiche pur senza stare lontano dalla porta. Bonazzoli ha peculiarità simili ed è un altro ragazzo che darà una grossa mano”.
Che Empoli si aspetta?
“Sarri, Giampaolo, Andreazzoli, Dionisi: c’è sempre stata continuità, nel segno del 4-3-1-2. Ha la forza dei nervi distesi, la classifica permette di giocare con maggiore serenità. Mi aspetto un grande Empoli”.
La piazza sta vivendo un momento di sfiducia, vuole fare un appello?
“Chi sono io per dire al pubblico cosa fare? Erano in 2000 a La Spezia, cosa vogliamo dire? La coreografia contro il Palermo che inaugurò il mio secondo campionato è da pelle d’oca. Qui veramente spingono, è un uomo in più e non è una frase fatta. Il tanto amore ti porta ad essere più critico, ma avercene di tifoserie che ti seguono in questo modo! Io chiedo pazienza, anche se mi rendo conto che la classifica è sotto gli occhi di tutti. Non è una matassa che si sbroglia in 90 minuti, occorre tempo. Ma abbiamo una grande risorsa che non possiamo permetterci il lusso di disperdere. Solo con prestazioni e atteggiamento ci meriteremo l’appoggio del dodicesimo uomo, il loro sostegno è determinante”.
In tanti dicono sia una Salernitana non all’altezza…
“E io non sono d’accordo. Chiedete al Manchester Uniter quanto abbia sofferto con l’Atalanta, squadra che qui all’Arechi ha sofferto tanto. Piano piano vedrete che ci toglieremo soddisfazioni”.