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Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

C’era una volta il giovane della Primavera

In un calcio sempre più frenetico e legato agli introiti, il cosidetto “giovane della Primavera” fatica a trovare spazio. Ciò che è stato il trampolino di lancio per tanti futuri campioni, rischia di diventare solo un ricordo.

All’assalto! Con Ranocchia

Sbagliato? Esagerato? Folle? Il gesto di Spalletti, quello di schierare Andrea Ranocchia in attacco, alla ricerca del pareggio contro il Bologna è sicuramente, almeno, discutibile. Discutibile perchè Ranocchia è innanzitutto un difensore e, in seconda battuta, non aveva ancora giocato 1 solo minuto in campionato. Se avesse fatto gol, ora magari saremmo qui ad elogiare la pensata dell’allenatore, la decisione fuori dagli schemi e vincente.

Ververidis Vasilis / Shutterstock.com

Quello che però non sarebbe comunque cambiato, è il trend che da qualche anno a questa parte sta facendo perdere quell’attitudine a sfornare talenti del calibro di Totti, Del Piero, Maldini, De Rossi…

Parola d’ordine: adattamento!

Seppur in modo meno estremo, qualcosa di simile si era già visto a Milano, sponda rossonera. I numerosi infortuni hanno più volte indotto Gattuso a provare soluzioni alternative nell’undici titolare del suo Milan.

Gattuso Napoli Milan 2018 19

Abate si è dovuto reinventare (anche con buoni risultati) come difensore centrale, Calabria è stato invece provato nel ruolo di mezzala, in attesa del rientro dei titolari di ruolo.

 Caceres, l’usato-garantito

Altra storia, altra città, altra squadra ma lo stesso filo logico. Complici la cessione di Benatia e gli infortuni di Chiellini e Bonucci, in casa Juventus si è scelto di puntare su Martin Caceres. Per l’uruguagio, alla terza esperienza in bianconero, una nuova opportunità per mettersi in mostra in una big dopo l’esperienza alla Lazio. Una decisione, quella della dirigenza bianconera, messa in atto per risolvere i problemi nel breve periodo… ma domani?

Che fine ha fatto il “giovane della Primavera?”

I lettori più attempati ricorderanno bene questo ormai fantomatico elemento presente in quasi tutte le squadre fin dalla notte dei tempi. Il giovane della Primavera era, innanzitutto e come dice il termine stesso, giovane. Dettaglio apparentemente scontato, ma non tanto quanto potrebbe sembrare. Molto spesso capita di vedere le formazioni giovanili delle cosidette big fare incetta di trofei e riconoscimenti, ma quanti di questi giocatori riescono poi a fare il grande salto?

Il giovane della Primavera era un giovane di belle speranze che, in caso di necessità, si allenava con la prima squadra e alla Domenica veniva convocato. Tribuna, panchina o qualche minuto a fine partita, magari giusto per perdere tempo e salvare il risultato. Qualcuno, si dice, abbia pure segnato dei gol!

Il giovane della Primavera, quando rientravano i titolari, tornava ad allenarsi con le giovanili e non c’erano i genitori o il procuratore che minacciavano di portarlo via perchè “il ragazzo ha molte richieste e il valore del suo cartellino è raddoppiato”.

Il giovane della Primavera, se aveva dimostrato di avere capacità fisiche e soprattutto mentali, era un patrimonio della società e del calcio italiano. Aveva maturato esperienza e, quando serviva, poteva tornare ad aiutare i compagni della prima squadra.

Il giovane delle Primavera era Paolo Maldini, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Daniele De Rossi…

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