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Bologna-Torino: Thiago Motta in conferenza

Dopo Stankovic e Palladino ora arriva Juric. Che emozione sarà?
“Abbiamo avuto un bel periodo assieme, Ivan lo vediamo in panchina, vuole vincere sempre, si vede la competitività dentro al campo. Sarà difficilissimo da affrontare”.

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Anche il Bologna ha la sua identità
“Si, il Bologna, è in crescita, stiamo facendo bene”.

Il Bologna ha la consapevolezza della sua forza?
“Stiamo affrontando tutto con massima esigenza. Ma pensiamo al presente, è un avversario molto difficile. Per tutti, non lascia giocare l’avversario, mettono intensità e ritmo, vogliono attaccare: questo è il nostro presente”.

Il Bologna ha un nuovo equilibrio?
“È un equilibrio sempre in movimento, possiamo fermarci, ogni giorno e ogni settimana che passa il livello dei singoli e dei reparti lo guardiamo, tutto può cambiare, dipenderà tanto da loro, noi guardiamo il miglior momento di ognuno e del reparto”.

Il gol di Orsolini quanto è stato importante?
“È esempio del calcio moderno che segna un subentrante, difficile parlare di una squadra titolare se si hanno a disposizione 5 cambi, Riccardo lo ha dimostrato. È un giocatore importante, dipenderà tanto da lui, se dall’inizio o da subentrante”.

Arnautovic?
“Vediamo, si è allenato, ha fatto bene lui quando ha giocato ma anche Joshua ha fatto bene. Domani abbiamo l’ultimo allenamento e vediamo. Conta la vittoria”.

La titolarità non è più ciò che conta anche nei ragazzi? Lo hanno capito?
“Si, non conta solo la titolarità, ma anche negli allenamenti, dipende tanto da noi e la quotidianità è importante per il gruppo”.

Che duelli saranno contro il Torino?
“Si, nei duelli ma anche nelle seconde palle. Noi dobbiamo essere pronti, dobbiamo avere questa disponibilità per andare sul duello, per avere un po’ più di tempo di gioco. Bisogna avere questa esigenza, chiunque giochi, dobbiamo avere questa mentalità”.

Questo stile di gioco di marcare a uomo, si sta tornando a questo modo di giocare?
“Si, sta tornando di moda, poi dipende da come viene trasmesso, Juric lo trasmette perfettamente, ottenendo quello che vuole. Ovviamente questo stile di gioco ha dei vantaggi e degli svantaggi”.

Lei invece ha una sua impronta di gioco?
“No, sto crescendo anch’io, mi auguro di arrivare al livello di alcuni allenatori, ad esempio per come vivono la partita ancora adesso Mourinho e Spalletti, dopo tutto quello che hanno fatto vivono ancora il match in un modo straordinario, splendido per noi allenatori più giovani che li osserviamo. Vorrei e mi auguro arrivare ad una età in cui avrò ancora la stessa passione come oggi, vorrei amare questo lavoro come lo amo adesso. Questa è la base di tutto”.

Cosa le sta piacendo di più a livello collettivo?
“Mi piace vedere che quando la squadra è in difficoltà la squadra si arrabbia e al contrario quando le cose vanno bene si scherza e c’è sintonia. Ho stima per ognuno di loro, è difficile per me scegliere chi non gioca e chi gioca. Capisco che sia difficile dover aspettare per un ragazzo che non gioca, ma chi non gioca e non è contento si sta allenando al massimo per farsi trovare nella miglior forma possibile. È il caso di De Silvestri e Soriano. Ho avuto la sorpresa Aebischer, sembrava molto introverso mentre da dentro è un’altra cosa, sorride è sveglio, capisce subito quello che uno gli chiede. Comunica con gli altri ed è molto interessante”.

Ci saranno sorprese per domenica?
“No, sorpresa no, vedremo domenica”.

Come sta Ferguson?
“Lo vedo molto bene, anche questa settimana è molto attento, fa le cose nel modo giusto, fino alla sosta abbiamo tre partite, ma io lo vedo molto bene e ha voglia”.

Schouten può giocare dal 1′?
“Si certo, tutti! (ride ndr). Tutti quelli che porto possono giocare, sennò meglio stare a casa e mettersi in condizione per la prossima partita”.

In Coppa Italia hai schierato Schouten mezzala, può essere un’idea diversa rispetto a Ferguson?
“Oggi Schouten si è allenato da difensore centrale, pensa. Ferguson e Schouten sono diversi, Lewis attacca bene gli spazi, mentre Jerdy si guarda intorno e ha una tecnica con controllo e passaggio buoni. Da quando sono arrivato però deve lasciarsi andare, ogni tanto riflette troppo su una posizione e sull’altra, ha esperienza in nazionale, qui a Bologna ha grande tecnica, ha tutto, vorrei vedere un Jerdy più spensierato nel giocare a calcio come lui sa giocare, ci darebbe più soluzioni e soddisfazioni, lo ritengo un grande giocatore”.

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