Partiamo con una verità: la stagione del Napoli Campione d’Italia non è certo quella sperata dai partenopei e nemmeno quella pronosticabile.
Le motivazioni possono essere tante: l’addio burrascoso con Spalletti, un mercato anonimo, la scelta di Garcia con il successivo esonero ed ora l’arrivo di Walter Mazzarri, di certo l’unico “innocente” in questa situazione.
Ma, mi domando, c’è un colpevole di tutto questo? Forse sì, forse c’è stata la presunzione di essere i migliori, forse l’idea di aver vinto la scorsa Serie A ha appagato talmente tanto la società ed il Presidente Aurelio De Laurentiis che, in qualche modo, ha fatto sì che la crescita del Napoli si sia arrestata. Ed adesso si rischia di rimanere impantanati dove, forse, questa squadra non merita.
La presunzione di essere i migliori: da Giugno scelte non condivisibili
Il Napoli sembra si sia fermato.
Gli azzurri non trovano pace dal 29 Maggio, data in cui Luciano Spalletti ha annunciato la sua voglia di lasciare l’azzurro.
Da lì una serie di “situazioni strane” gestite direttamente dal Presidente Aurelio De Laurentiis che, nel frattempo, si incapricciava e scavalcava il DS Giuntoli destinato ormai alla Juventus da lì a poco.
Ed è dunque lo stesso ADL ad andare alla ricerca di un allenatore, con diversi profili valutati (in conferenza stampa disse che aveva 40 nomi sul taccuino) anche con blasone, idee tattiche e caratteristiche diverse tra loro.
Si è dunque passati da Luis Enrique, che ha diniegato il corteggiamento nonostante le pressioni, passando per Galtier (valutato ma non trattato ndr), ritornando in Italia a Vincenzo Italiano per poi infine virare su Rudi Garcia, esonerato dall’Al Nassr in Arabia Saudita di Cristiano Ronaldo per tensioni nello spogliatoio e scarsi risultati.
Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, sembrata quasi una mossa della disperazione. Un allenatore, il francese, noto per le sue esperienze passate a Roma, dal carattere molto difficile.
Ma intanto: “Il Napoli puoi allenarlo pure tu” disse ADL ad un giornalista durante la festa azzurra per il terzo tricolore della sua storia.
Un allenatore entrato in uno spogliatoio ben compatto con la presunzione di essere il migliore e che le sue idee fossero le uniche perseguibili.
Mercato da rivedere
In questo capitolo si aggiunge un’altra presunzione del Presidente: un mercato sicuramente inadeguato.
Non volendoci addentrare nella questione rinnovo dei contratti (da Zielinski a Kvara passando per Osimhen), basta analizzare il mercato in entrata ed in uscita per fare una valutazione.
Il Napoli ha ceduto, tramite clausola rescissoria, Kim al Bayern Monaco. Ma siamo sicuri che Natan, giovane molto interessante, sia stata la scelta migliore per sostituire il miglior difensore dello scorso campionato?
Ed in che modo è stata migliorata la qualità di una rosa forte, ma con delle lacune? Chi è oggi nel Napoli il sostituto di Di Lorenzo? E siamo sicuri che Lindstrom sia stato un investimento giusto e non sopravvalutato (30 milioni di euro)?
La storia si ripete
A Novembre sembra di assistere di nuovo all’indecisione ed alla presunzione vista a Giugno.
Dopo aver esonerato Garcia per risultati al di sotto delle aspettative e per gli ormai compromessi rapporti tra giocatori e tecnico, Aurelio De Laurentiis apre nuovamente un “casting”, come se gestire il Napoli fosse produrre un film su un set cinematografico.
Dal cast si toglie subito Antonio Conte, attirato probabilmente da altre sirene per Giugno.
Rimangono dentro Tudor, Cannavaro e Mazzarri.
Dopo aver valutato l’ex tecnico di Verona ed Udinese, il quale ha esposto la voglia di creare un progetto al Presidente, si è virato su Walter Mazzarri, che fungerà da semplice traghettatore (basta leggere la durata del contratto di sette mesi ndr) non si sa verso chi.
Un allenatore che a Napoli ha sicuramente fatto benissimo, ma fuori dal mondo del calcio dopo la retrocessione con il Cagliari nella stagione 21/22.
Una scelta discutibile di un allenatore, bravo, ma che sà già di essere a scadenza.
Non so se con il tempo si rivelerà azzeccata, so solo che fin qui ci son state 3 sconfitte in 4 partite.
E no, non è colpa dell’attuale allenatore se c’è stata una grossa involuzione del Napoli rispetto alla scorsa stagione. Ma è colpa della presunzione di essere i migliori.