Parla il direttore sportivo De Sanctis: “A nome della società diamo il benvenuto a mister Paulo Sousa, profilo internazionale di grandissima esperienza. Il presidente e noi tutti siamo convinti possa dare un contributo importante e che, fino alla fine della stagione, ci toglieremo belle soddisfazioni. Vogliamo raggiungere il prima possibile la salvezza”.
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Tocca ora a Paulo Sousa: “Devo ringraziare pubblicamente il presidente e il direttore sportivo, vogliono portare la Salernitana ad un livello alto e sono felicissimo di poterli aiutare”.
Mister, con che modulo giocherà la Salernitana?
“I concetti e le idee contano più dei numeri. Non è in una settimana che puoi cambiare comportamento. Nicola ha lavorato in un anno, tutte le idee sono vincenti e io ho le mie. E sono altre. Voglio una squadra corta, intensa ,forte sul piano mentale. Il pressing deve essere una nostra caratteristica, così come la voglia di recuperare subito il pallone. La mia Salernitana deve controllare il gioco, ricercare la fase di possesso. So benissimo che è difficilissimo chiedere questo quando parti affrontando la Lazio. Dico, però, che tutto quello che è stato il passato recente va messo da parte. Se ci sono stati errori dico che…può succedere. Io voglio vedere triangolazioni, gestione del possesso, proposizione nella metà campo avversaria. Per me la Salernitana è una delle migliori rose del campionato a livello offensivo. In una partita ci sono diversi momenti di gioco, proponendoci e garantendo movimento continuo ci possiamo togliere le nostre soddisfazioni. So che ci saranno errori, sono appena arrivato. Ho percepito però la voglia di migliorare nella costruzione. E’ obbligatorio alimentare i nostri attaccanti. Il modulo è relativo. So che la rosa è stata costruita per una linea a cinque, cercherò di non disperdere le cose buone che sono state fatte”.
Chi giocherà in porta tra Sepe e Ochoa?
“Ho parlato con entrambi, tutti devono essere disponibili. Hanno caratteristiche diverse, vedrò il lavoro durante la settimana e deciderò di volta in volta in base alla strategia della partita e alle peculiarità dell’avversario. In queste prime gare non c’è un titolare. E’ chiaro che c’è in rosa un calciatore come Ochoa che lascia la famiglia, che arriva in un altro Paese…è ovvio voglia dare il suo contributo. Si è messo a disposizione del mister e della squadra, vedo che stimola i giovani ed è un esempio. Ha l’esperienza giusta”.
Interviene in merito De Sanctis: “Abbiamo deciso di ingaggiare un portiere come Ochoa perchè Sepe si è fatto male. La considerazione sulle caratteristiche è stata fatta in funzione del ko di quello che era il titolare. Non era in discussione il rendimento di Sepe. E’ chiaro che la competitività nasce naturalmente quando prendi un giocatore così forte. Non c’è mai stata una diversità di vedute e di progetto, entrambi sanno da cosa derivino le nostre scelte”.
Come ha trovato la squadra sul piano mentale?
“Quando parlo di intensità so che non si può prescindere dall’essere presenti e mentalmente forti. Un tecnico sa che non deve allenare soltanto sul piano tattico. Ho studiato lo storico di questa squadra, i numeri, gli infortuni. In questa settimana ho cercato di essere il più equilibrato possibile, so cosa posso chiedere dopo appena 4 giorni di lavoro. Ho cercato di trasmettere 2-3 concetti. Dobbiamo raggiungere la salvezza il più rapidamente possibile, proprio per questo l’io va messo da parte a favore del noi. Purtroppo ci sono infortuni importanti, per questo qualche giocatore si dovrà mettere a disposizione in ruoli insoliti rispetto alle caratteristiche. Ho visto un gruppo che ha lavorato, che ha voglia di esprimersi. Ho bisogno di alta intensità anche da parte di chi è sceso in campo di meno. Io chiedo cose diverse, nel pieno rispetto degli allenatori italiani che sono preparatissimi e che mi hanno insegnato molto. Domani affronterò Sarri che stimo tantissimo, è uno dei migliori della serie A. Posso dirvi che ho dato 2-3 spunti strategici che prescindono dal match di domani, sono le linee guida da seguire se vogliamo rappresentare al meglio la nostra gente. Voglio vedere corsa, aggressività. Sono super positivo, la Salernitana deve arrivare all’obiettivo attraverso una precisa idea di calcio”.
Si aspetta qualche innesto dal mercato degli svincolati?
“Ci sono calciatori che stanno per rientrare, ma so che la proprietà non si farebbe trovare impreparata”.
Interviene De Sanctis: “Le due scadenze sono il 24 febbraio e il 31 marzo. Non vediamo sul mercato occasioni imperdibili. Sulla base dei recuperi di Mazzocchi e di Maggiore ritengo che ci siano poche possibilità di intervenire. Fazio salterà anche la prossima col Monza, ma a livello numerico ritengo che in difesa siamo abbastanza tranquilli. Secondo me Troost Ekong tornerà dopo la sosta”.
Direttore, perchè un contratto solo fino a giugno per Sousa?
“Il mister ha voglia di dimostrare che i rischi non lo spaventano. Abbiamo valutato altri profili che ci hanno letteralmente scaricato le responsabilità. Sono felice che un allenatore come Paulo Sousa abbia dimostrato concretamente la voglia di sposare il progetto Salerno”.
Interviene Sousa: “Vi confermo che ho voluto fortemente la Salernitana. E’ vero che mi ha contattato lo Spezia, ma anche club che potrebbero disputare le competizioni internazionali. Ma sono felice di essere qui. L’atteggiamento, le idee e il calcio non cambiano se lotti per la salvezza o per lo scudetto. Voglio coraggio, altrimenti retrocedi. Tatticamente c’è stato poco tempo per lavorare, ma voglio vedere applicazione. Voglio incidere in un arco di tempo limitato, la consapevolezza arriverà attraverso il lavoro quotidiano. E i giocatori devono essere certi che possiamo trovare la strada giusta”.
Lei ha detto che l’attacco è tra i più forti, tuttavia lei guiderà la difesa più perforata del campionato…
“Io non separo la linea difensiva dall’attacco. Voglio un gioco corto, distanze ridotte tra linee e reparti. Tutti devono avere in testa gli stessi principi. Più linee di gioco formiamo più possiamo ritrovarci nella metà campo avversaria. Ho avuto a disposizione quattro allenamenti, oggi ci siamo soffermati sulle palle inattive. So che all’inizio ci saranno errori, a me interessa l’applicazione. Se attacchiamo bene avremo la possibilità di difendere meglio, perchè siamo noi ad avere il possesso del pallone. Tutti devono lavorare in campo, le squadre di Sarri vincono perchè sono continue nei 90 minuti. La Lazio ha i centrocampisti tra i più forti d’Italia, hanno una pressione alta e sappiamo che in costruzione concederemo qualcosa. Ma pretendo l’atteggiamento giusto, dal primo all’ultimo minuto. Spero che hanno immagazzinato gli input che ho trasmesso in 2-3 allenamenti. Numericamente pochi, ma fatti bene. I numeri ci penalizzano e fanno capire perchè, oggi, siamo lì in classifica”.
Ha parlato con Bohinen, calciatore di livello che però stenta in questo campionato?
“Ci ho parlato due giorni fa, amo il confronto individuale. So che è un giocatore importante, ha avuto un infortunio serio che lo ha condizionato mentalmente e fisicamente quando va a fare i contrasti. Noi abbiamo bisogno di lui, è uno di quei calciatori che permette di prevalere in fase di possesso. Dopo il nostro confronto ho cercato di capire con quale atteggiamento si approcciasse all’allenamento successivo. Voglio che Bohinen ci dia una mano”.
Ha dato uno sguardo al calendario, c’è una tabella che ha fatto?
“No. Vivo il calcio per vincere. Stop. Non alleno in funzione dei punti. Sono realista, so benissimo che si attraversa un momento particolare e che affronteremo avversari di livello. Ma voglio raggiungere quanto prima i 36 punti. Solo dopo penseremo ad altro”.
Ha parlato con Ribery?
“E’ un ragazzo speciale, lo conoscete meglio di me. Ha mostrato grande sensibilità, anche quando ha preso la decisione rispetto alla sua situazione contrattuale. E’ stato lui a dare l’input alla società quando ha capito che in campo non poteva dare una mano. E’ stato un gesto straordinario, da esempio per tutti. Lui sarà parte del mio staff, così come altri ragazzi che erano già qui alla Salernitana. Ognuno può dare un contributo per il raggiungimento della salvezza. Franck vuol fare l’allenatore, gli metterò a disposizione la mia esperienza per aiutarlo”.
Interviene il ds: “Ribery è parte integrante della Salernitana, lo sarà al 101%. Dopo l’addio al calcio ha manifestato la volontà di fare l’allenatore, qui potrà crescere e avviare il suo percorso. Aveva dimostrato di essere un grande uomo già quando scelse Salerno un anno e mezzo fa”.
Mister, che idea si è fatto dei giovani che compongono la rosa?
“In tanti hanno potenziale, per me non c’è differenza tra giocatore giovane o più esperto. In certi momenti sono i veterani a dover trasmettere qualcosa, ma se uno è pronto va in campo a prescindere dall’età. Investo il mio lavoro su di loro, consapevole che nel percorso di crescita c’è lo sbaglio da mettere in preventivo. Rispetterò sempre le loro caratteristiche, studierò le persone e l’uomo prima ancora che il professionista. In uno spogliatoio ci sono culture e personalità diverse che devo essere bravo a integrare. Ho ragazzi che saranno fortissimi in prospettiva futura, ne sono certo. Il progetto del presidente e del direttore sportivo mi ha convinto perchè vedo una rosa con potenzialità. Il futuro è adesso, li aiuteremo insieme alla nostra città. A tal proposito dico che Salerno è passionale, che ama il calcio e soprattutto la sua squadra. Per far qualcosa di straordinario abbiamo bisogno dei tifosi, qui questa componente c’è. Vogliamo rendere i tifosi orgogliosi di noi”.
Lei era a Verona, che idea si è fatto sulla Salernitana?
“Ho idee diverse. Ho visto di base una predisposizione a giocare per i tre punti, l’ho percepito anche nei miei pochi allenamenti. Spero che le mie idee possano permettere alla Salernitana di trasformare la voglia di vincere in…vittoria! Nicola l’anno scorso ha conquistato una salvezza storica, ci ho giocato contro e so che sa creare difficoltà agli avversari. La società però ha preso una decisione diversa perchè i numeri certificano difficoltà oggettive. La sfida è importante, ma ho voluto accettare perchè credo che possono aiutare la Salernitana. Salviamoci, poi saliremo di livello”.
In rosa ci sono calciatori come Botheim e Valencia che non hanno quasi mai giocato. Con lei cambiano le gerarchie?
“Assolutamente sì, hanno potenzialità. Botheim deve migliorare in aggressività e deve dare profondità, ma è un calciatore interessantissimo. Valencia lo conosco bene, l’ho affrontato da avversario. Il processo di integrazione ha dei tempi fisiologici da rispettare, ma il futuro è dalla sua parte e vedo un ragazzo disponibile. Ho parlato con loro, così come con Kastanos. Saranno loro gli elementi fondamentali, anche in ruoli diversi rispetto all’abitudine. Maggiore e Mazzocchi sono indisponibili e voglio che ognuno sia capace di disimpegnarsi in qualunque zona del campo”.
Dia out, come si può sbloccare il tandem Piatek-Bonazzoli che sta faticando sul piano realizzativo?
“Dia è fondamentale, può competere a livello internazionale. Vogliamo convincerlo a sposare un progetto a lungo termine, anche per questo vogliamo salvarci il prima possibile. Purtroppo si è fatto male, però mi fido degli altri che hanno altrettanta qualità. Può darsi che recupererà per Monza, la scelta di non convocarlo deriva dalla volontà di non correre rischi. Poteva darci qualcosina già per domani, ma preferisco integrarlo progressivamente. Non perde la forma fisica in sette giorni, anzi può ricaricare le batterie. Farò una buona rotazione per far sì che tra di loro si affini l’intesa. Per consentire agli attaccanti di segnare bisogna mettere in campo una squadra che sappia creare. Voglio superiorità sulle fasce, è mio compito farli agire a ridosso della porta avversaria”.
Parola al direttore sportivo: “Sento parlare di futuro, io mi concentro sul presente. Sappiamo quanto Iervolino sia ambizioso e generoso, la Salernitana ha avuto uno stravolgimento tecnico ed economico in appena 14 mesi. Vogliamo crescere e alzare l’asticella, ma la crescita passa da una salvezza anticipata. In questo modo possiamo fare scelte in anticipo rispetto alle altre. Faccio un discorso generale. Quando c’è un esonero ci sono responsabilità da condividere. Spesso ho usato la parola “alibi”, ora Nicola è andato via e nessuno potrà più commettere errori. A partire dal sottoscritto. Per il bene della Salernitana ci dobbiamo mettere tutti a disposizione della Salernitana e del nuovo allenatore. Non posso non ringraziare Nicola, 21 punti conquistati non sono pochi”.
Mister, che Arechi si aspetta domani?
“E’ difficile trovare una piazza passionale come questa. In tante città ci sono tifosi di tante squadre, qui invece amano la Salernitana e questo è alla base di qualunque progetto ambizioso. Solo così possiamo crescere e avere coraggio. Sono sicuro che domani e nelle altre partite ci spingeranno e ci metteranno in condizione di raggiungere la salvezza quanto prima. Li dobbiamo rappresentare al meglio, saranno il nostro uomo in più soprattutto in casa. Ma anche a Verona sono stati straordinari. Ho scelto Salerno anche per questo”.