Le parole di Sarri
Cosa bisogna aspettarsi dopo la vittoria di Bergamo?
“Sono partite che ci possono dare o possono togliere, dipende dalla mentalità. Se non siamo maturi e ci sentiamo appagati, ci tolgono, perché giocheremo con meno motivazioni. Noi dobbiamo diventare grandi in Italia prima ancora di diventare tali in Europa, come hanno fatto Milan e Napoli. La differenza di corsa in Europa? Solo lo Sturm Graz all’andata ha avuto dati atletici migliori di noi. In 7 anni il Chelsea è la squadra che ho allenato che ha corso di meno, ma non sembrava perché aveva doti di accelerazioni importanti”.
È una casualità la differenza tra il campionato e la coppa?
“Il percorso in coppa è condizionato da una partita che abbiamo sbagliato, poi non abbiamo commesso grandi errori: abbiamo pareggiato in Austria e pareggiato con lo Sturm Graz da noi giocando in dieci per un tempo”.
La figuraccia dell’andata può essere un motivo per dare qualcosa in più?
“Le squadre di forte mentalità hanno una grande motivazione sempre. Do poco credito alla vittoria di Bergamo, la ritengo ancora una prestazione occasionale: affrontavamo una squadra forte, che temevamo, di fronte a uno stadio pieno, era facile dare il massimo. Il salto di qualità lo faremo quando giocheremo allo stesso modo in uno stadio mezzo vuoto con una squadra quasi retrocessa”.
Vecino?
“È un giocatore completo, ha inserimento, fisicità, dà una mano in difesa, il tutto con una buona qualità. Eravamo convinti ci potesse dare qualcosa che poteva mancarci”.
Senza Immobile Cancellieri entrerà nelle rotazioni. Quando accadrà, agirà al centro o a destra?
“Dipende da che tipo di partita pensiamo di dover affrontare. Cancellieri ha la gamba di Felipe, ha accelerazioni importanti ma non ha l’ordine di Felipe da esterno. Va valutato partita per partita. Magari nelle rotazioni entrerà pure Luka Romero”.
Ha timore di qualche episodio arbitrale?
“Con lo Sturm Graz avevamo davanti un arbitro che non doveva essere a questo livello. Non aveva requisiti per essere internazionale”.
Lei aveva parlato di divertimento appena arrivato alla Lazio:
“Se mi diverto in allenamento è già un buon segnale. Poi è contagioso, i giocatori possono trasmetterlo a tutti se si divertono in campo. È un aspetto importante, ti aiuta anche a far risultato. Speriamo di proseguire su questo livello: importante che tutto si trasformi in entusiasmo e non in euforia”.
Come sta Lazzari? Milinkovic è diffidato…
“Lazzari ha preso una botta. Non faccio proiezioni, molto probabilmente andremo dritti”.
Quanto la preoccupa il terreno dell’Olimpico?
“Mi preoccupa. La partita fatta a Bergamo su un biliardo non è replicabile e per il nostro modo di giocare è un handicap non da poco. A me gli altri modi di giocare non riescono….”.
Luis Alberto come sta?
“Gli faceva male un’anca. Mentalmente sta normale, vediamo oggi come reagirà all’acciacco in un allenamento più intenso”.
La Lazio ora ha anche voglia di non prendere gol, al di là della tattica.
“L’aspetto tattico è sempre condizionato dall’atteggiamento, se sei perfetto ma in maniera fredda prima o poi i problemi vengono a galla. La partecipazione a non volere subire gol è in crescita netta. Io penso a Zaccagni che strappa il pallone in contropiede, Felipe e Pedro che rientrano continuamente, è il segnale più bello. Non penso sia un discorso solo di difensori, ma di partecipazione attiva di tutta la squadra. Se questo sarà duraturo o meno ce lo diranno le prossime partite”.
Il ritiro nella sosta per il Mondiale?
“In qualche posto lo dovremo fare, spero non in Argentina perché è una follia dal punto di vista tecnico. Rientriamo giocando a inizio gennaio a 5-6 gradi, andare a fare un ritiro a 30 gradi è una follia, con un viaggio di 15 ore”.
Le parole di Pedro
La Lazio è cresciuta nella mentalità? Quanto manca per competere con il meglio del calcio italiano?
“Abbiamo fatto un passo in avanti importante, l’anno scorso non c’era la stessa mentalità. Abbiamo capito meglio le idee di Sarri e abbiamo portato grandi giocatori per rinforzare la squadra. Stiamo facendo un grande lavoro, giochiamo bene e abbiamo molta fiducia palla al piede, inoltre lavoriamo molto bene in difesa”.
Domani volete vendicarvi con il Midtjylland? Conosci il suo allenatore…
“Il mister lo conosco bene, era coordinatore e allenatore della Masia al Barcellona, è una brava persona che ama giocare palla a terra. Noi vogliamo fare bene, ci servono i punti per andare avanti in Europa League”.
Il tridente senza Immobile?
“Sappiamo che Ciro è molto importante, è un peccato che non possa essere con noi. Felipe, Zaccagni e altri siamo qui per aiutare la squadra. Felipe Anderson ha fatto una partita incredibile contro l’Atalanta, è il migliore in campo. Immobile attacca molto la difesa alla spalle ed è un punto di riferimento, Felipe invece viene tra le linee, ti permette di scambiare la palla di più”.
Come vedi Cancellieri? Che consigli vuoi dargli?
“Lo vedo bene, sta imparando. A volte per i giovani è difficile giocare, ma hanno una buona mentalità e mi piace. Gli dico di continuare così e di essere convinti delle proprie capacità”.
Ci pensi al Mondiale? Anche se hai abbandonato la Nazionale nel 2017…
“Difficile, sono tanti anni che non vado. Non è detto che sia finita, ma è passato troppo tempo dall’ultima volta. La Spagna ha un’altra generazione che sta andando molto bene”.
Cosa hai imparato alla Lazio?
“Sempre si impara, ovunque vai. Sono venuto qui per vincere, sono ambizioso ed è per questo che sono venuto qui. Sarri mi ha detto che voleva vincere e mi ha convinto. Ho accettato questa sfida importante, poi la Lazio ha vinto tanto nella sua storia”.
Hai giocato con tanti campioni. Milinkovic poteva giocare nel centrocampo del tuo Barcellona?
“Lui è fortissimo, è completo e ha anche un bel tiro. Ma c’erano Busquets, Fabregas, Xavi e Iniesta, poi anche Thiago Alcantara che giocava poco”.
Il tuo futuro: puoi rinnovare?
“No ancora non ho parlato con il presidente e Igli, non è ancora tempo di farlo, siamo concentrati sulla stagione. Qui sto bene, sono felice con la squadra. I tifosi sono speciali, mi piace andare a esultare sotto la Curva”.
Come ti spieghi il crollo dell’andata?
“Non si spiega, ci sono partite così. Subisci 2 gol in 10 minuti, poi un rigore. In Europa il ritmo è diverso, paghi molto caro se fai un errore, non è come nel campionato. Il nome della squadra cambia poco, giocano tutti al 200%”.