Novità dall’infermeria?
“Non so perchè mi hanno chiesto di Daniliuc, sta bene e ci sarà. Fazio verrà in ritiro con noi, non è disponibile ma valuteremo se portarlo in panchina per fargli respirare nuovamente l’aria della gara. Per il resto a breve dirameremo l’elenco dei convocati”.
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Quanto pesa lo scontro diretto di domani?
“E’ una gara da non sbagliare, soprattutto sul piano dell’atteggiamento. Dopo uno 0-5 è giusto richiamarci tutti all’ordine, individualmente e come percorso di crescita collettivo. Caparbietà e comportamenti devono consentirci di essere equilibrati e giocare una partita completamente diversa. Sappiamo cosa ci serve e come dobbiamo agire per ottenerlo”.
Come hanno vissuto i calciatori questa involuzione?
“E’ stata una delle settimane in cui abbiamo dialogato meno. Quando le cose non vengono non sono assolutamente abituato a puntare il dito, la visita dei nostri tifosi ci ha fatto piacere. Loro vogliono essere rappresentati, il risultato viene in secondo piano. Se siamo quelli di Reggio Emilia non conquisteremo mai niente. E’ ovvio che abbiamo lavorato dettagliatamente su ciò che non abbiamo fatto bene, voglio riscoprire valori che non devono mai essere abbandonati. Occorrono equilibrio, umiltà e consapevolezza. Altrimenti non fai nè una fase, nè l’altra. Ho visto piacere e volontà, domani parlerà il campo”.
Come sta Bonazzoli?
“Lo conosco benissimo. E’ un calciatore straordinario che deve completare la maturazione calcistica e umana. E’ pienamente consapevole di tutto questo. In un campionato ci sono tanti momenti, ci sta che un attaccante parta più dalla panchina e poi si ritrovi titolare. Per domani è abile e arruolabile”.
Come state sul piano mentale?
“Innanzitutto bisogna capire cosa si intende per piano mentale. Ci può stare di sbagliare una partita, il problema è stata la mancata reazione. Bisogna prendere coscienza e lavorare per migliorarsi, domani c’è l’opportunità per consolidarci. Non abbiamo avuto un atteggiamento equilibrato nelle due fasi nè la giusta reazione nervosa. Puoi anche subire gol, ma dobbiamo essere sempre pronti a rimetterci in gioco. Fino a due partite fa si diceva che la Salernitana esprimesse il miglior calcio, le ultime due gare invece hanno lanciato dei segnali da non sottovalutare”.
Si sente in discussione?
“Mi metto e mi mettono in discussione da 30 anni. Da 12 anni faccio l’allenatore, conosco questo mondo. Tutti sanno che lavoro sia stato fatto fino ad oggi, allo stesso tempo sono il primo a voler migliorare giorno dopo giorno. In ogni progetto tecnico-tattico c’è sempre un confronto pre e post partita. Parlo ogni giorno con l’area medica, la dirigenza sportiva e presidenza. E’ giusto che sia così, in questo posto sto da Dio e so quanti margini di miglioramento abbiamo. Le autocritiche non devono essere spietate e non bisogna fare drammi”.
Un commento sull’addio al calcio di Ribery…
“E’ un piacere averlo conosciuto. Non so ancora se c’è stata la definizione certa, ma io per primo ho chiesto a Franck se si immaginasse in un ruolo differente. Ne ho parlato direttamente con lui, rappresenterebbe tanto per noi con il suo carisma e la sua personalità. Ci potremmo dare qualcosa a vicenda, è un uomo talmente ambito che potrebbe idealmente ricoprire qualunque ruolo all’interno di una società. E’ una immagine positiva di cui qualunque club avrebbe bisogno”.
Sono previste novità di formazione?
“In ogni partita c’è sempre qualcosa di diverso. Ho letto che non sto impiegando calciatori nuovi, in realtà col Sassuolo erano otto su undici. Mi sembra di essere tornati all’anno scorso, quando si faceva distinzione tra vecchi e nuovi. Abbiamo monitorato la situazione, soprattutto in riferimento a chi è stato impiegato molto con la Nazionale. Io non ho mai trovato alibi: alibi, caldo, sfortuna…non mi interessa. Ora devo capire chi in questo momento è più in forma di altri”.
A centrocampo il terzetto è stato sempre lo stesso, è lì che immagina rotazioni?
“E’ possibile e probabile. Ho le idee chiare da questo punto di vista, ci sono dei momenti in cui ti prendi 24 ore in più ma la formazione l’ho decisa. Chi ha giocato lo ha fatto in maniera consistente e qualitativa. Spero di poter avere quanto prima a disposizione Bohinen e Fazio. La squadra a me piace, chiunque scende in campo può dare il suo contributo”.
Come sta Bohinen?
“Ha fatto lavori specifici che hanno comportato un affaticamento, dalla prossima settimana potrebbe rientrare in gruppo. Stesso discorso per Fazio”.
Perchè questo monitoraggio sui calciatori reduci dalle gare con le Nazionali viene fatto con una settimana di ritardo?
“Sono valutazioni che diventa difficile oggettivare in questa sede. Abbiamo avuto dati certi che abbiamo monitorato. I nostri allenamenti sono sempre competitivi, le nostre riflessioni partono dalla percezione del calciatore individuale e da altri test che effettuiamo ogni giorno. L’approccio mentale è quello che fa la differenza, ci sono cose non studiabili nè decifrabili di cui si tiene poco conto. L’aspetto psicologico è fondamentale. Non è facile giocare ogni tre giorni e garantire la medesima costanza. Dare spazio ad altri significa essere meritocratici, a volte le scelte dipendono anche dalle caratteristiche degli avversari”.
Lunedì riceverà un premio assieme all’ex ds Sabatini, soddisfatto?
“A volte sono in imbarazzo, scelgono me per riconoscere il lavoro di un intero gruppo. A me interessa vincere domani”.
Cambiano i giocatori. E il modulo?
“Stiamo lavorando sull’interpretazione e sulla lettura in corso d’opera. Ma se giochi in un certo modo devi essere cosciente che la verifica prosegue anche se una partita va male. Ciò non toglie che occorrono anche altre strategie, sono curiosissimo di vedere come la squadra si affaccerà a questa proposta. La mentalità sarà la stessa, dobbiamo migliorare nella lettura dei momenti”.
Che Verona si aspetta?
“Un Verona che verrà a Salerno per vincere. Sono due squadre di valore, occorrerà organizzazione. Djuric e Verdi? Se li incontro li saluterò molto volentieri, ma in questo momento non fanno parte del gruppo”.