Cioffi parla della difficile gara contro la Dea.
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Si torna al Bentegodi: come sta preparando la partita?
“L’Atalanta è una società che spende 17 milioni senza batter ciglio per fare un acquisto. Hanno avuto episodi arbitrali favorevoli in queste prime due giornate, ma parliamo di una squadra di alto livello. I segnali che abbiamo dato a Bologna vanno riconfermati, su quelli dovremo ripartire a lavorare, sapendo che non affrontiamo una squadra di palleggio come il Napoli, ma una diretta e fisica”.
Il mercato in entrata è finito?
“Devono arrivare un paio di profili. Cabal viene dal campionato colombiano, ha finito la stagione il 17 luglio, oggi non è in condizione. E’ un profilo giovane nel quale credo molto. Hien è un profilo europeo, un giocatore forte che abbiamo strappato a una concorrenza grande. Credo che la società mi farà ancora più contento a breve. Kallon rientra nella categoria giovani, porta caratteristiche che non avevamo”.
La salvezza si costruisce sui gol di Henry?
“La salvezza del Verona va costruita sulla squadra: i gol verranno da Henry, Lasagna, Djuric o chiunque giochi in posizione avanzata. Hanno la mia fiducia, la stanno ripagando, vorrei la ripagassero abbondantemente”.
Chi recupera per domani?
“Ceccherini e Dawidowicz sono recuperati, pur non avendo una settimana piena di allenamenti nelle gambe, proveremo domani Faraoni. Lui vuole esserci, ma dovremo valutarlo”.
Nel caso giocherebbe Terracciano?
“E’ la prima opzione. Quando è entrato a Bologna non ha battuto ciglio. Ci sono giovani che vanno aspettati e altri che sono pronti, dai quali c’è comunque da aspettarsi l’errore. Con gente come Coppola non c’è da balbettare, anche se si può mettere in preventivo qualche sbavatura. Che non ci sarà…”.
Cosa direbbe al bambino che l’aveva invitata a non mollare?
“Che ho letto la squadra, che mi ha mandato dei messaggi. Il DNA che ha il Verona è troppo forte, la strada l’abbiamo trovata e ora possiamo iniziare a pedalare forte”.
Com’è avvenuto quel confronto?
“Quando hai la fortuna di allenare una squadra con questo DNA conclamato non sarebbe quasi necessario parlare. La difficoltà vera che c’è stata è che c’erano diversi punti di disturbo legati al mercato. L’importante però è che ci siano, il come non conta”.
Anche lei è cresciuto in queste difficoltà?
“Penso di sì, e crescerò ancora perché ce ne saranno delle altre. Delle caratteristiche ci sono, e vanno rispettate”.
Bologna è una rondine che fa…?
“Primavera. Ma direi estate, visto il periodo”.
Ora però c’è da confermarsi.
“Certo. Siamo una squadra umile, e vogliamo rimanere tali. Un cambiamento di mentalità c’è stato, e io ho apprezzato anche il vostro equilibrio nei giudizi e nel saper aspettare. Credo sia un segnale d’amore. Ci mancano ancora 39 punti alla salvezza, nessuno se n’è dimenticato”.
E’ finita la zona grigia di cui aveva parlato?
“L’unica zona grigia era quella di Retsos. Il ragazzo ha sorpreso tutti per professionalità, è stato il migliore a Bologna, e il desiderio di trattenerlo è stato forte. Il ragazzo ha però scelto di cambiare aria, e io l’ho dovuto assecondare perché non possiamo trattenere giocatori infelici. Ma andrà in panchina domani”.
Coppola può giocare centrale?
“Sì, può fare tutti e tre i ruoli in difesa”.
Potete tornare al passato dal punto di vista del modulo?
“Si parla di atteggiamento. L’aggressione bassa non era digerita, dovevo essere io ad accettarlo. Un gruppo così difficilmente si trova, quindi andiamo a prendere gli avversari più alti. Tra i compiti di allenatore c’è quello di leggere una squadra, il che non vuol dire annullarsi. La squadra deve rappresentarmi come uomo e allenatore in campo”.
Ora si ragiona di partita in partita.
“Sì, hai detto bene. Ora c’è l’Atalanta, poi penseremo ai prossimi scontri diretti”.
Quanto incidono per lei le cinque sostituzioni?
“Conta tanto. Alza sicuramente la competizione in allenamento”.
Si aspetta un colpo importante sulla trequarti?
“Ho parlato con la società e credo che mi accontenteranno. Rimandiamo i giudizi al primo settembre”.
Che Atalanta incontrerete? Più forte o più debole dello scorso anno?
“Esce Malinovskyi e entra Muriel, esce Zapata ed entra Lookman. E’ una squadra che vuole arrivare tra le prime tre in Italia: ci aspettiamo una squadra fortissima”.
Come sta Doig?
“Inizia ad avere minuti nelle gambe. Si era fatto male dopo due allenamenti in ritiro, ora si comincia a intravedere il motore che ci ha indotto a puntare su di lui”.
Come vede invece Hongla? Lo sta usando molto.
“Un anno di panchina non te lo levi in un secondo. Ha fatto pochissimi minuti, era andato in Nazionale e aveva avuto il Covid. I ragazzi sono esseri umani, vanno aspettati, ma è in crescita e ha la mia fiducia. Starà a lui dimostrare di poter mantenere il posto da titolare”.
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