Mazzarri parla della sfida alla Lazio. Le condizioni di Keita.
Quanto diventa fondamentale la gestione del gruppo in momenti così delicati?
“La medicina migliore sono i risultati che facciamo ogni domenica, con 15 o 16 titolari come dico sempre, una volta che l’allenatore ha parlato chiaro e dimostrato con i fatti sul campo”.
La Lazio subisce tanto, cosa si deve fare per colpire questa difesa? Meglio Pavoletti o Pereiro?
“Ci hanno aiutato entrambi, mi piacerebbe farli giocare insieme ma bisogna capire gli equilibri della squadra: se si riuscisse a reggere l’urto io ne metterei anche 4 di attaccanti. Joao Pedro è un leader e mi aiuta a dare indicazioni in campo, Pereiro a Torino ha giocato bene e anche Pavoletti. Mezz’ora fatta bene nel finale è altrettanto importante di un’ora fatta dall’inizio, questo è il principio che dobbiamo portare avanti”.
Dopo Cagliari-Udinese si immaginava che la sua squadra potesse cambiare volto così in fretta?
“La partita di domani va affrontata con ancora più attenzione rispetto al Torino, l’ho già detto ai ragazzi. Contro l’Udinese il mercato non era ancora iniziato, ma io avevo già detto alla società che interventi fare. Conosco il mio calcio e so cosa volevo, abbiamo cercato di aggiustare la squadra: alcune cose son state fatte, altre non si son potute fare, ma va bene così. Non penso ai punti, ma allo spirito della squadra: ero convinto che qualcosa cambiasse”.
Come sta Keita a livello mentale? Un pensiero su Astori.
“Non l’ho mai conosciuto direttamente, ma tutti me ne hanno parlato benissimo: rimasi sconvolto quando avvenne la disgrazia, ma so che è amato ancora tantissimo. Su Keita dico questo: c’è una logica nelle scelte. Quando una squadra va bene è difficile cambiare: chi è rimasto qui ha fatto un grande sforzo per rimetterci in gioco a livello di classifica. Quindi loro hanno la precedenza rispetto agli altri, Keita sta benissimo ma non vedo come possiate pensare che possa giocare dal primo minuto: come la prenderebbero Joao Pedro, Pavoletti, Pereiro? Penserebbero che non sarei in grado di giudicare quel che avviene sul campo”.
Si aspetta la vittoria in casa? Un giudizio su Goldaniga.
“Goldaniga è un ragazzo eccezionale, ha la testa giusta ed è un esempio per gli altri. Per ora non posso che parlare in modo entusiasta su di lui, ma ci sono ancora 11 finalissime per arrivare all’obiettivo magari anche con un po’ di anticipo. Sulla reazione in casa dico: con Napoli e Fiorentina non siamo riusciti a chiuderla in anticipo, siamo stati ingenui e ci hanno rimontato. Abbiamo dominato la gara, ma non siamo stati capaci di vincerla. A Torino è successo, ma non è un fatto di casa o trasferta”.
Come sta Carboni?
“Ha avuto sempre un problema alla caviglia, ha perso il posto per quello. Ora è guarito, ma faccio il discorso fatto prima: prima conta la partita precedente, poi la settimana tipo. Se non dovesse giocare dal primo minuto è perché Altare, Goldaniga e Lovato hanno fatto benissimo”.
Il gol di Belotti arriva dopo un errore su calcio piazzato, una situazione avete sofferto.
“Ha ragione, mi sono anche arrabbiato sul momento. Tutte le squadre di Serie A soffrono su palla inattiva, in settimana ho corretto questo errore e dobbiamo essere più attenti in questo aspetto”.
Come sta Nahitan Nandez, si aspettava un suo recupero prima?
“Credo che ci sia la speranza di rivederlo in gruppo la prossima settimana, poi vedrò in che stato di forma sarà. Si sta già allenando in differenziato, lui stesso mi ha detto di poter essere in gruppo martedì. Però le dico, a Bergamo eravamo decimati: la squadra ha fatto una grande partita. Quando siamo tornati da quella partita, l’input è stato questo: io non guardo in faccia a nessuno, ma bisogna essere utile alla squadra. Questo deve essere il principio chiaro per tutti da qui fino alla fine”.
TMW – Cagliari-Lazio sfida mai banale, siete tornati anche sull’episodio del 2019? Cosa teme della Lazio?
“Mi hanno raccontato di quella gara, io non c’ero ma dico di pensare solo al presente. Già all’andata abbiamo fatto un buon pareggio, ma pensiamo a essere il Cagliari degli ultimi tempi e basta. Nel resto non voglio nemmeno entrarci”.
Il primo avversario del Cagliari da qui alla fine è solo il Cagliari?
“Questo è esattamente il mio pensiero. Da quando abbiamo svoltato, ai ragazzi dico sempre: se noi facciamo delle partite al 120% possiamo fare meglio di chiunque. Questo ‘se’ però non dobbiamo mai scordarcelo: se crediamo ora di essere bravi andiamo di nuovo incontro a brutte sorprese. Su questo spero di essere stato bravo in settimana a entrare nel modo giusto nella testa dei ragazzi”.
Joao Pedro da un mese che non segna, mentalmente come sta?
“L’importante è che lui aiuti il Cagliari a segnare non è che deve sempre segnare solo lui. Anche se fa gol Cragno andiamo ad abbracciarlo. Joao non ci preoccupa, per la formazione è fondamentale. Deiola domenica ha fatto un gol importante e molto bello, ci lavoriamo molto in settimana. L’ho premiato chiamandolo Alessandrinho perché mi ricordava un brasiliano. Lui ci tiene più di tutti a questo club”.