Italiano presenta la gara contro la Lazio, la prima senza Vlahovic ma con Cabral.
Quali sono le nuove gerarchie in attacco dopo l’addio di Vlahovic e l’arrivo di Piatek e Cabral?
“Sono entrambi due giocatori di livello assoluto. Sono due attaccanti puri. Piatek è un grande uomo d’area, Arthur gli piace anche venir fuori e legare il gioco. Alla fine in questo momento partono alla pari. Chi sta bene e chi è più veloce nel capire tutto ciò che chiediamo, è normale che possa avere più possibilità. Diamo tempo a entrambi, arrivano da un sistema diverso da un modo di giocare diverso. Con calma però non molta perché dobbiamo cercare di avere dei finalizzatori di quello che proponiamo. Abbiamo bisogno del loro guizzo. Abbiamo perso chi finalizzava il nostro gioco ma abbiamo preso due ragazzi che hanno voglia di mettersi in mostra e sono convinto che possano darci tanto”.
Quanto conterebbe vincere contro la Lazio?
“Tutte le partite sono importanti. Dopo le soste, sono sempre partite con incognite enormi. Abbiamo fatto 15 giorni con 13-14 elementi e non è semplice. Da due giorni siamo al completo. Non sono alibi, però ogni volta, quando si sta tanto fermo è un gran bel rebus. Speriamo di non commettere gli errori già commessi e cercheremo di mettere in difficoltà la Lazio che è una delle migliori squadre del campionato. E’ una partita che se dovessimo riuscire a vincere sarebbe tanta roba. Giochiamo in casa, dove nell’ultimo periodo ci esprimiamo in modo eccellente e speriamo di continuare”.
Chi tra Piatek e Cabral somiglia più a Vlahovic per rispondere alle richieste tattiche della squadra?
“Sin dal ritiro, anche con chi ha iniziato a lavorare quest’anno, ovvero Vlahovic, abbiamo dovuto lavorare un bel po’ per mettergli dentro qualche meccanismo che ancora non aveva. Sono convinto che ciò accadrà anche con i nuovi arrivati. Qualche situazione per loro è diversa, quindi cercheremo di mettere loro di entrare subito nei meccanismi ma anche loro dovranno dare una mano velocemente alla squadra e all’allenatore. Per caratteristiche ci somiglia più Cabral, perché gli piace lavorare anche fuori dall’area e noi abbiamo preso Piatek per avere un’alternativa che riempia l’area di rigore rispetto alle altre caratteristiche. Abbiamo dentro caratteristiche diverse con un calciatore che somiglia tanto a chi se n’è andato. Sono arrivati adesso, sono nuovi e arrivano da un qualcosa di diverso per lo sviluppo del gioco”.
A prescindere dal futuro, domani Piatek può giocare titolare o giocherà Cabral?
“Non è stato bene e ha fatto solo due allenamenti e valuteremo anche questo. C’è lui e c’è Cabral, dovremo fare le scelte migliori. Vedo grande disponibilità da parte loro e la voglia di entrare subito in sintonia con i compagni. Domani vediamo, abbiamo due opzioni e sono convinto che daranno l’anima perché non vedranno l’ora di entrare a far parte di una squadra che fino a oggi si è mossa molto bene. Loro sono chiamati a dare una grossa mano per finalizzare il nostro gioco”.
Domani potrebbe essere la partita del riscatto e dell’orgoglio del gruppo dopo l’addio di Vlahovic?
“La squadra è convinta del lavoro che stiamo facendo. Fa progressi di settimana in settimana, cresce e sa che lavorando in un certo modo ci si possono togliere grandi soddisfazioni. Abbiamo perso un compagno di squadra, un calciatore importante e chi finalizzava in modo concreto e decisivo il nostro gioco. Si va avanti, il nostro gruppo è unitissimo, si va avanti con forza e unione. Sappiamo che dovremo attaccare con grande ferocia ogni partita e siamo convinti della nostra forza. Il gruppo è sempre stato unito. Vedo una squadra che ha grande stima in se stessa. Chi fa gol gioisce e chi fa assist gioisce ancora di più. Il gruppo non ne risentirà. Arrivano due giocatori forti e dentro una struttura che è la stessa che ha retto i punti della Fiorentina. Andiamo avanti a testa alta e convinti del nostro lavoro”.
Quanto è rimasto sorpreso dalla cessione di Vlahovic?
“Vi ho sempre detto di essere estraneo da questa situazione. Una situazione che andava avanti da tempo. Io posso solo mettere dentro e cercare di non far rimpiangere chi è andato via. I due arrivati sono due ragazzi che a vederli lavorare mi danno grandissima fiducia. Sono due ragazzi che sanno che devono dare tantissimo per la causa e in una piazza straordinaria. Io sono convinto che si prenderanno questa responsabilità. Tutto è tranquillo e tutto è a posto. Domani abbiamo un test difficile e dobbiamo farci trovare pronti”.
Chiederà di più ai suoi esterni e come sta Nico Gonzalez?
“Per me gli esterni sono due attaccanti insieme alla punta. Ad oggi le percentuali al gol non sono altissime però le situazioni ne abbiamo create sempre tante e mi auguro che si possa aumentare la percentuale dei cinque esterni che sono in grado di essere più decisivi con gol e assist e sono convinto che lo faremo. I gol arriveranno. Sono tutti in grande crescita e mi auguro che in zona gol possano avere più presenza. Nico è arrivato un po’ acciaccato ma non è niente di particolare e sono convinto che stia bene. E’ a disposizione”.
Cosa pensa della “riflessione” di Commisso e se ci ha parlato direttamente?
“Ho parlato col presidente, abbiamo chiacchierato ed era molto disteso perché quando parla con noi e con i ragazzi, come sempre ci trasmette grandissima vicinanza e grande carica da trasmettere. Non ci siamo detti altro che continuare su questa strada. Per quanto mi riguarda l’ho visto carico e concentrato e ci ha spronato ancora. E’ felice di ciò che facciamo vedere e l’attaccamento che mostriamo. Ci ha detto di continuare così”.
Si aspetta un salto di qualità da parte di Amrabat?
“La coppia lì in mezzo sono lui e Torreira. Sono loro che lì in mezzo dovranno da qui alla fine prendersi la responsabilità di guidare la squadra. Amrabat può farlo anche se con caratteristiche diverse. Anche nel girone d’andata ha sempre dato una grandissima mano alla squadra. Deve velocizzare la trasmissione della palla e giocare in verticale ma col lavoro si migliora tutti e anche lui è molto disponibile ogni giorno”.
Si sente tradito dalla partenza di Vlahovic?
“No, io ho sempre detto che col ragazzo parlavo solo di campo e di situazioni da aggiustare e modificare ma sul campo. Niente di tutto quello che ho sempre ribadito potevano entrare nelle vicende societarie. L’unico rapporto con lui erano situazioni di campo, nient’altro”.
Quanto è importante aver recuperato Sottil?
“Sono convinto che è una questione di convinzione. Nel momento in cui ti convinci di poter essere decisivo, poi i numeri e le percentuali crescono di conseguenza. Sottil ha fatto un grande gol che però è nelle sue corde. Ha avuto tante situazioni così, anche Nico e Saponara le hanno avute e come le avrà Ikone. Se riusciremo isolarli in quei venti metri, potremo aumentare i gol degli esterni, forzando la partita e indirizzando la partita. Dipende da loro e dalla freddezza che metteranno là davanti. Sottil è in grande crescita e spero che lui capisca di poter essere incisivo e decisivo in zona gol”.
Si sente di condividere le parole di Pradè sul futuro in viola?
“Ho sentito le dichiarazioni del direttore e le sposo in pieno. Sono sei mesi che lavoriamo e sei mesi che stiamo ottenendo risultati importanti. Personalmente mi trovo tanto e troppo bene. Sono felicissimo di lavorare in questo ambiente, con gente appassionata e con persone che lavorano 24 al giorno per la causa. Questo è il mio pensiero. Ci stiamo conoscendo e sta crescendo l’intesa con la condivisione è totale. In futuro vedremo come si evolverà la situazione”.
Come cambiano le gerarchie dei tiratori dal dischetto?
“Come ho detto sempre, abbiamo tre/quattro rigoristi e durante la gara chi si sente di batterlo ed è convinto di far gol, non mi metto a discutere. Cabral e Piatek sono due rigoristi come lo è Biraghi. Chi se la sente calcia. Abbiamo aggiunto due rigoristi che battono molto bene e sono freddi. Abbiamo un bel po’ di tiratori, possiamo stare tranquilli sotto questo punto di vista”.