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Dionisi: contro l’Empoli sarà più dura che con la Juventus

Dionisi alza l’asticella dell’attenzione contro l’Empoli. Le condizioni di Ayhan, Frattesi ed il rientro di Boga ormai recuperato.

Dionisi raccomanda la massima attenzione contro l’Empoli che, dopo la Juventus, potrebbe presentare il tranello dell’appagamento.

Vittoria col Venezia da ex, vittoria con la Juve. E ora l’Empoli.
“E’ la terza gara in una settimana e riserva sempre insidie, ancor di più per l’avversario e ancor di più da come veniamo. Sta a noi dimostrare che non siamo assuefatti dal risultato e dai complimenti. Una vittoria insperata, l’avevo detto anch’io, ma abbiamo vinto. Ora c’è l’Empoli, una squadra che fa bene fuori casa, dovremo rispettarla e dare una risposta vera a noi”.

Turnover?
“Djuricic non rientra purtroppo, non ci sarà nemmeno Ayhan perché ha fatto benissimo a Torino. Mi dispiace non avere Filip. Ma recuperiamo Boga, che è importante. Vedremo chi ha recuperato più energia. Noi dovremo essere bravi ad arrivarci più lucidi possibili”.

Stanchi ma molto carichi.
“Stanchi per niente, per quanto mi riguarda, motivati tanto. Non pensavamo di trovarci in questa condizione di classifica e di un risultato positivo. Ci ricorderemo di questo solo se daremo continuità, la gente si ricorderà solo del risultato se non daremo continuità. Affronteremo una squadra che conosco abbastanza bene e so che hanno dei valori importanti, non solo tecnici”.

Ayhan non c’è. Goldaniga, che si è visto poco, ha delle chance?
“Ha iniziato dopo con noi. Era di proprietà del Sassuolo ma pensava di andare al Genoa, non si è neanche allenato con noi all’inizio, è stato reintegrato prima della chiusura e dal 1° settembre è diventato un giocatore del Sassuolo a tutti gli effetti. Si meriterebbe più spazio ma ho delle possibilità di fare delle scelte e cerco di mandare in campo chi dà più garanzie, non che Edo non le dia, so che si farà trovare pronto perché è un ragazzo ottimo, un ottimo giocatore, viene da esperienze di difesa a 3, ma per un centrale cambia un po’. Non dimentichiamo Peluso, un uomo importante per questa squadra. E’ un giocatore e rientra nelle scelte per me e se parlo di Goldaniga devo parlare anche di Peluso ma non ha saltato un allenamento”.

Come ha visto Frattesi?
“Sta crescendo, sta dando continuità di prestazioni. Sta a lui dimostrare che non è assuefatto dalla partita precedente, sempre se giocherà. Chi non dimostrerà con la testa di non essere pronto non giocherà: Davide se oggi meriterà, se non lo meriterà non giocherà, magari potrà essere utile a partita in corso. Per molti aspetti la gara di domani è più difficile rispetto a quella con la Juve, che non andava preparata dal punto di vista delle emozioni. Quella di domani va preparata tecnicamente e anche emotivamente”,

Maxime Lopez ha detto: “Ci abbiamo messo un po’ per capire Dionisi”. Sette punti in 7 giornate, 7 nelle ultime 3: cosa è cambiato? Cosa non veniva capito prima da parte della squadra?
“Lui parla francese, io italiano, dovete chiederlo a lui. Scherzo. Col cambiamento d’allenatore credo che delle cose siano cambiate. Non è un interruttore della luce che si accende e si spegne, ci sono giocatori che hanno certezze, l’allenatore non credo che chieda di togliere certezze ma chiede di cambiare, per unire il nuovo e il vecchio. Non vuol dire che siamo arrivati a una buona espressione di quello che possiamo essere e domani dobbiamo dimostrarlo. Tanti ci aspettano al varo perché fino a una settimana fa non stavamo facendo benissimo, oggi non possiamo essere diventati una squadra che sta facendo bene, l’undicesima ora è il nostro obiettivo e speriamo di fare come alla decima”.

Tra qualche anno si parlerà del Sassuolo di Dionisi che fece l’impresa allo Stadium contro la Juve. Lei è passato in pochi anni dalla D alla A: mercoledì è stato il punto più alto, sin qui, della sua carriera? E lei, dal punto di vista personale, cosa ha provato?
“Come mi vedi, normalmente. Fa piacere perché sono arrivati i 3 punti. Ad oggi è il risultato più importante, perché ho messo i piedi per la prima volta a Torino contro la Juve. Spero sia solo un ulteriore punto di partenza, per me e per il Sassuolo. Non possiamo fermarci a un risultato che si ricorderanno a distanza di anni quando si parlerà delle statistiche”.

La religione del bel gioco contro l’Allegrismo, ovvero aspettiamo dietro: cosa ne pensa?
“Siamo qui per parlare della partita di domani, non mi va di parlare di altre squadre, se non della mia o della squadra eventualmente che affronteremo. Una squadra che ha vinto 3 partite su 4. E’ una neopromossa, il mister è esperto, sa quello che vuole ed è una squadra che va rispettata. E’ una squadra che sa qual è l’obiettivo, è una squadra che dobbiamo rispettare. Poi ci siamo noi, che eravamo in crescita e dobbiamo dimostrare che mercoledì non è stato un caso”.

Cosa pensa di chi non ha fatto la gavetta per arrivare nel grande calcio?
“Ognuno ha quel che si merita. E’ normale che un ex giocatore abbia più conoscenze, la gavetta ha un valore ma anche chi ha la possibilità di non farla: la vittoria, il pari, le sconfitte si assaporano in maniera diversa”.

Andreazzoli ha lavorato il marmo. Lei ha sempre vissuto di calcio? E’ un privilegio?
“La carriera di Andreazzoli la si può paragonare alla mia, il percorso si avvicina. Lui è partito dal basso, anch’io, e mi sento un po’ simile a lui e ovviamente devo dimostrare di potermi avvicinare alla sua carriera. Sarà un piacere salutarlo ma si affronteranno Empoli e Sassuolo, gli allenatori non giocano, altrimenti da meno bravo e da meno esperto perderei”.

Empoli e Sassuolo, due piccole realtà in Italia molto simili.
“Sassuolo è una piccola realtà nel panorama nazionale che è diventata nel calcio una grande realtà. Anche Empoli può essere paragonabile per certi versi. Empoli in questo somiglia un po’ alla cittadina di Sassuolo, c’è un assonanza”.

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