Gasperini in conferenza stampa parla della quarta sfida in campionato contro il Napoli con un bilancio di una sconfitta, all’andata si campionato, un pareggio ed una vittoria, in coppa Italia.
Domani il Napoli, mercoledì il Real. Come si fa a non pensare ai blancos?
“Meglio affrontare il Napoli prima del Real. Così possiamo non pensarci troppo e pensare alla gara di campionato, è una gara importante”.
Come è andata la settimana di lavoro?
“Ci siamo dovuti riabituare un po’, ci voleva. Abbiamo fatto una buona settimana per poter recuperare tutti al meglio. Adesso torniamo a giocare quattro partite di fila una dietro l’altra, ritorniamo nell’agonismo del campionato”.
Come affronterà domani il Napoli?
“Cerchiamo sempre di mandare in campo la miglior formazione, al netto di acciacchi e fatiche. Sarà così anche domani, dopo penseremo al Real. Stiamo tutti bene, l’unico problema riguarda Maehle. Ha preso una contusione sulla gamba, non so se riusciremo a recuperarlo per domani. Hateboer non ci sarà, il resto sono tutti disponibili”.
Si aspetta un Napoli differente?
“Mi aspetto un buon Napoli. È una squadra forte, con dei valori. Il fatto che abbiamo giocato due partite molto recenti ti dà qualcosa in più, sono state due buone partite. Domani però si ripartirà da capo. Abbiamo la voglia di far bene in campionato, la classifica è molto corta. Non sarà una partita decisiva, ce ne saranno altre quindici. Ma iniziano ad essere partite importanti”.
Il Real ha parecchi infortuni. Può essere un vantaggio?
“A turno gli infortuni stanno riguardando tutte le squadre, anche il Napoli ha avuto sfortuna in un certo momento. Poi vedremo domani visto che stanno recuperando parecchi elementi. Quando hai giocatori forti fuori qualcosa ti manca”.
Questa volta il Napoli arriva da una sconfitta rispetto alla gara di andata.
“Noi arrivavamo da una sosta di nazionali, siamo stati due settimane fermi. Parecchi sono arrivati il venerdì, giocando il sabato. Adesso è una situazione diversa. Sono situazioni differenti, chi ha un carico di partite in più fa fatica”.
Sta già pensando a una staffetta Muriel-Zapata?
“Per domani ho un po’ di idee. Io vi suggerirei di controllare le statistiche di Muriel perché a volte si scrivono inesattezze, ha giocato 29 gare. Lui partecipa sempre, a parte il minutaggio. È un giocatore che viene impiegato sempre, forse dopo Zapata è il più impiegato”.
Può essere una svolta nelle partite pre-Champions?
“Abbiamo la concentrazione e la testa sul campionato. Intanto abbiamo sistemato la coppa Italia, era un obiettivo che abbiamo dichiarato subito. Ci ha costretto a giocare quattro settimane consecutive. Questo non vuol dire che sia stata la causa di alcune defezioni, abbiamo sempre detto che vogliamo stare dentro a tutto, con le nostre forze. Io andrei avanti così. Questo è un altro campionato, non so quanti punti si possono fare nel ritorno. A volte sento che ci si aspetta di più, ma il cammino dell’Atalanta è superiore rispetto agli altri anni. Sono soddisfatto così. I risultati sono altri rispetto anche alle stagioni precedenti, questo viene notato meno. Sembra che l’Atalanta stia facendo meno. La svolta non avviene in una domenica, ma con una striscia di risultati. Nel caso specifico abbiamo la testa sul Napoli. Poi se vinciamo bene, ma non è che se perdiamo non abbiamo la testa giusta”.
Quindi la priorità era la Coppa Italia.
“In quel momento, se dovevo scegliere, la priorità era la partita con il Napoli. Poi venivamo dalla decima gara in trenta giorni, adesso arriviamo da una settimana normale. Siamo in una situazione diversa rispetto alla sfida col Torino”.
Le condizioni di Hateboer?
“Chiedetelo al dottore. So che i tempi sono lunghi, il giocatore ha il piede bloccato per una decina di giorni. Non credo possa recuperare prima di aprile. La Champions è una competizione difficilissima, si sono visti anche i risultati. C’è grande equilibrio, le partite sono più giocate rispetto al campionato. Lo sappiamo, poi incontreremo la più titolata al mondo. Chi gioca in quelle squadre è un giocatore di altissimo livello”.
Un commento su Toloi arruolabile per l’Italia?
“È una cosa meritata, nel suo modo di essere è un leader. È un leader un po’ più silenzioso, ma ha l’effetto giusto sui compagni. La sua convocazione per noi sarebbe un successo, ma il fatto di aver preso la cittadinanza è un bene anche per la sua carriera e per quello che ha fatto”.
Trova delle analogie rispetto a un anno fa?
“È cambiato il mondo, l’analogia esiste perché lo scorso anno abbiamo affrontato Roma e Valencia. Ora Napoli e Real Madrid. Però ora siamo qui a caricarci da soli, a giocare in un ambiente diverso. Abbiamo giocato il mercoledì col Valencia, ma anche il sabato con la Roma c’era un gran momento di entusiasmo. Molti hanno indicato quella partita come la gara che ha fatto esplodere il contagio, nessuno immaginava tutto ciò”.
Col Cagliari ha visto un salto di qualità come squadra?
“È un po’ che non succedeva, era un bel po’ che non facevamo gol nei minuti finali. Abbiamo cercato fino alla fine di segnare, è un bel segnale. La squadra ha un po’ di garra in più come dicono i sudamericani. Al di là della fortuna Muriel ha fatto una grande azione”.
Come valuta la costruzione dal basso vista in queste gare di Champions?
“Non è una moda, molte squadre hanno cambiato il loro modo di pressare alto. Se riesci ad uscire con un disimpegno ti crei lo spazio, il rovescio della medaglia è che diventa rischioso se perdi palla. Ognuno fa i suoi conti. Bisogna farlo bene, se riesci a uscire ottieni dei vantaggi. C’è una ricerca, che non è una moda ma un’esigenza. Ultimamente si vedono squadre che attaccano alto, proprio per questo motivo. Devi sapere fare un po’ tutto. Devi saper giocare anche sulla palla lunga”.
Un ricordo per Bellugi.
“Non l’ho conosciuto come giocatore, ho seguito la sua vicissitudine e il suo coraggio da vero atleta. Forse una volta l’ho incontrato, ma non ho ricordi particolari da avversari. Ma mi è piaciuta molto la sua forza dopo l’operazione”.