Nicola in conferenza presenta la sfida che aspetta il suo Torino contro il Cagliari.
Il mister non si lascia scappare i nomi dei 2 positivi da poco annunciati dalla società.
Avete due nuovi positivi.
“Ho fatto una battuta con loro, mi avete tolto due problemi. Regiasco in maniera pratica: ne abbiamo altri, sono fiducioso in linea con quello che dice alla squadra. Non cerco alibi e non spreco energia. Auguro loro di rimettersi quanto prima”.
Ha ricevuto tanti attestati di stima dalla squadra.
“Fa piacere, vedo un gruppo che lavora con passione e dedizione. Sanno che mi butterei nel fuoco per proteggerli, è la base per costruire qualcosa di importante. E determinante per fare ciò che vogliamo. Non è difficile andare d’accordo con me, basta metterci passione e i valori di dare sempre il massimo, dal riscaldamento alla partita”.
Conterà più la tattica o la forza dei nervi domani sera?
“Il Cagliari ha una rosa importante, come noi pensiamo di esserlo. Per tanti motivi sono squadre che non sono riuscite ad esprimersi. Non possiamo distinguere tattica e nervi: dobbiamo essere un tutt’uno, noi dobbiamo andare al massimo e non avere alibi. Nelle ultime quattro partite abbiamo migliorato tanti numeri, sarà una partita per fare un ulteriore step”.
Avrete una vocazione offensiva maggiore a Cagliari?
“Ci è chiaro che dobbiamo fare uno step in più. Lottano per la nostra posizione, salvarsi è una cosa seria che ritiene grande equilibrio. C’è differenza tra ciò che dici di voler fare e ciò che fai in campo, bisogna avere rispetto ed equilibrio. Ci è chiaro che a Cagliari, per ciò che è l’opportunità, dovremo fare uno step migliorativo”.
Vi trovate meglio a fare gare di rimessa?
“Può essere vero, ma nelle ultime quattro partite non è una squadra che vuole attendere. Vogliamo essere aggressivi e proporre, abbiamo il dna per farlo. C’è poca convinzione di fare certe cose, da questo punto di vista organizziamo il lavoro”.
Quali sono le insidie del Cagliari?
“Partono prima da noi, perché vogliamo fare tutto al massimo. L’insidia può essere rappresentata dai retro-pensieri, ma stiamo dimostrando di voler andare oltre alle difficoltà. I sacrifici e l’impegno ti portano consapevolezza e valori per migliorare. Le insidie sono prima da noi, poi c’è il valore e l’abilità dell’avversario. Partiamo da ciò che siamo noi, e ci facciamo la domanda: ‘Chi siamo e chi vogliamo essere?'”.
Baselli è pronto per tornare titolare?
“Nel nostro gruppo tutti possono essere determinanti. E tutti potranno dimostrare il proprio valore. Con Baselli c’è un dialogo continuo, lo riteniamo molto importante e gli diamo le possibilità di tornare ai suoi livelli. Non abbiamo ancora deciso, non so se già domani o la prossima potrebbe partire dall’inizio. Baselli si sta allenando al massimo, è ciò che mi interessa”.
Ha trovato l’assetto difensivo giusto?
“La mia idea di interpreti era presente nella mia testa prima di entrare al Filadelfia. Questa squadra può portare avanti un’identità e avere continuità negli interpreti: ma anche gli avversari possono portare delle modifiche”.
Qual è la quota salvezza?
“Non perdo tempo in questi calcoli, non li ho mai fatti e non saprei dirlo. Non lo posso controllare, quindi non ci dedico energie. La corsa per salvarsi è aperta, indipendentemente dai risultati dell’immediato. Dobbiamo esprimerci al massimo senza essere schiavi di ciò che ci sta intorno. L’unica cosa che puoi controllare è ciò che puoi decidere tu”.
Cosa manca al Toro per soddisfarla?
“Mi sta già soddisfacendo nelle due fasi, giocando un calcio propositivo e stiamo progredendo per step. E’ il modo più semplice per trasferire la mia idea. Dobbiamo migliorare la capacità di concretizzare le occasioni che creiamo: con il Genoa la partita era ben giocata tatticamente e ci siamo annullati a vicende, mentre nelle gare precedenti avremmo voluto sfruttare meglio ciò che creiamo”.
Cosa avete in più delle squadre che vi stanno dietro e cosa manca per la salvezza?
“Ci vogliamo salvare, tutti quelli che rappresentiamo e che apprezzano l’identità che stiamo cercando di dimostrare. Dobbiamo fare le cose meglio, lavoriamo in questa direzione. Siamo consapevoli di aver dei valori e dimostrare il modo di giocare che è nel suo dna”.
E’ un vantaggio o no giocare prima delle concorrenti?
“Non saprei dirlo. Seguiamo il calendario, giochiamo dove e quando ci dicono. E la sfida ci porta ad avere competitività. Vogliamo soltanto giocare al massimo”.