Momenti difficili per Allegri
A volte le apparenze possono ingannare, soprattutto d’innanzi ad una sentenza come quella di ieri sera. La Juventus di Allegri era chiamata a ribaltare il pesante 2 a 0 dell’andata, giocata in casa dell’Atletico Madrid. La sconfitta aveva generato malumori, insinuato dubbi sull’operato dell’allenatore che, a causa delle numerose offese ricevute, ha cancellato tutti i profili social. In settimana si era addirittura parlato dell’eventuale sostituto per la prossima stagione con Zidane in pole, che però ha firmato con il Real Madrid.
Cristiano incanta, Allegri disegna la formazione perfetta: 3 a 0!
Il risultato, un netto 3 a 0 in favore dei bianconeri, è l’emblema della perfetta lettura in chiave tattica della partita dell’allenatore bianconero. Se poi ci si aggiunge un Cristiano in versione alieno, il gioco è fatto. 3 gol per il portoghese, due di testa ed uno su rigore, ma anche tanto impegno e dedizione nel corso dei 90 minuti.
Sarebbe però riduttivo, nonostante la prestazione “spaziale”, giudicare il numero 7 bianconero come unico artefice della rimonta. Tanti, tantissimi meriti vanno dati all’allenatore, capace di mettere in campo una formazione pressoché perfetta.
Un 4-3-3 solo all’apparenza
Al momento della lettura delle formazioni ufficiali, in pochi si sarebbero aspettati quello che poi è accaduto nel corso della partita. La forza dei bianconeri è stata quella di saper cambiare, sapersi adattare in corso d’opera. Determinante, in quest’ottica, la presenza in campo di Emre Can: il tedesco, apparentemente schierato come mezzala di centrocampo, arretrava spesso e volentieri sulla linea dei difensori, creando così una linea a 3, ingabbiando Morata.
Di necessità, virtù
Complice l’assenza di Alex Sandro, ha debuttato come titolare in Champions League sulla fascia sinistra Leonardo Spinazzola. L’esterno ex Atalanta, già a buoni livelli contro l’Udinese, ha sfoderato una prestazione di classe e sostanza, una spina nel fianco costante per la retroguardia madrilena.
Il gioco si è sviluppato spesso e volentieri sulla fascia sinistra, sulla catena Spinazzola-Ronaldo, grazie ad un’altra intuizione di Allegri. Orfano dell’infortunato Filipe Luis, Simeone ha deciso di schierare Arias sull’out di destra, spostando il titolare Juanfran sulla sinistra. La presenza del colombiano (seguito e poi abbandonato in estate proprio dai bianconeri) è stato infatti uno dei punti deboli dei colchoneros.
Bernardeschi super
Chi si aspettava Dybala dal 1° minuto si sarà dovuto ricredere al momento del fischio di inizio. Allegri ha infatti mandato in campo il numero 33 italiano a comporre il tridente offensivo con Mandzukic e Ronaldo. Una scelta ponderata, considerate le doti tecniche e soprattutto atletiche dell’ex Fiorentina. La sua capacità di recuperare il pallone e ripartire, unita al dribbling, gli hanno permesso di servire l’assist in occasione del primo gol e di conquistarsi il rigore, grazie ad una sontuosa iniziativa personale.
Spazio ai giovani
A 10 minuti dal termine, Allegri decide di buttare nella mischia Moise Kean al posto di un acciaccato Mandzukic. L’attaccante si rende subito pericoloso, sfruttando un lancio di Chiellini e trovandosi a tu per tu con il portiere avversario, spedendo la palla di poco a lato. L’ingresso dell’italiano ha regalato profondità e centimetri all’attacco bianconero, che si è affidato all’ex Verona per mantenere il pallone in avanti nel corso degli ultimi delicati minuti.
Più che un dubbio, una provocazione
Considerata l’evidente superiorità in Campionato ed un vantaggio rassicurante sulle inseguitrici, potrebbe essersi insinuato nella mente di Allegri l’idea di un calo di concentrazione. Nonostante le vittorie, infatti, le ultime prestazioni in Campionato erano tutt’altro che convincenti.
La netta sconfitta all’andata contro l’Atletico potrebbe essere servita a ravvivare l’orgoglio dei bianconeri e non è da escludere che certe scelte (Emre Can e Cancelo in panchina su tutte) siano state messe in atto dall’allenatore per riportare la giusta mentalità, obbligando così la squadra a compiere l’impresa e ritrovare la consapevolezza dei propri mezzi.