Napoli-Juventus vale molto più di tre punti: è una partita che può indirizzare umori, classifica e giudizi su entrambe le stagioni.
Napoli, talento e fragilità da gestire
Il Napoli si presenta con Milinkovic in porta, portiere da 6.14 che ha dato solidità ma non è stato esente da qualche incertezza nelle uscite e nella gestione del pallone. Davanti a lui la linea con Beukema (5.83), Rrahmani (5.92) e Buongiorno (6.1) racconta una difesa fisica e strutturata, in cui proprio Buongiorno spicca per rendimento e letture, mentre Beukema sembra l’anello più vulnerabile nei duelli a campo aperto.
Sulle corsie Di Lorenzo, con una media di 6.04, resta un riferimento imprescindibile per equilibrio e leadership, spesso chiamato a coprire e a costruire nella stessa azione. Sul lato opposto, l’assenza di Gutierrez ha aperto spazio a Olivera (5.79), che dovrà alzare rapidamente la propria soglia di attenzione difensiva, sapendo di avere alle spalle la concorrenza di Spinazzola, appena recuperato e forte di un notevole 6.44 che certifica impatto immediato e qualità nelle due fasi.
In mezzo, l’assenza di Lobotka e Anguissa aumenta il peso sulle spalle di Mctominay, che con il suo 6.46 è oggi l’uomo più continuo della mediana azzurra, fondamentale nei contrasti e negli inserimenti da dietro. Accanto a lui Elmas, fermo a 5.57, è chiamato a invertire una tendenza sin qui deludente, mentre Neres, con 6.23, e Lang, a quota 6, offrono dribbling, fantasia e la capacità di creare superiorità numerica negli ultimi trenta metri.
Davanti, Hojlund guida l’attacco con una media di 5.94, indice di un rendimento non ancora esplosivo ma comunque costante in termini di presenza e lavoro per la squadra. Dalla panchina Politano (6.06), Lucca (5.81) e Ambrosino (5.75) rappresentano soluzioni molto diverse: il mancino ex Sassuolo per dare imprevedibilità tra le linee, gli altri due per garantire centimetri e presenza in area soprattutto nelle fasi finali.
Panchina Napoli, profondità decisiva nel finale
Alle spalle dell’undici titolare, il Napoli può contare su alternative pesanti in quasi tutti i reparti. Tra i pali Ferrante e Contini offrono copertura, mentre in difesa Mazzocchi (6.25), Marianucci (4.75), Juan Jesus (5.78) e lo stesso Spinazzola consentono di cambiare volto alla linea arretrata, passando da un assetto più fisico a uno più tecnico sugli esterni.
Mazzocchi, grazie alla sua media di 6.25, è una carta importante per alzare il ritmo sulla fascia, soprattutto se la partita dovesse bloccarsi su ritmi bassi. In mezzo, Vergara rappresenta un jolly ancora tutto da scoprire, chiamato eventualmente a dare minuti di corsa e ordine, mentre in attacco Politano, Lucca e Ambrosino possono cambiare l’inerzia contro difensori stanchi, giocando su uno contro uno o palloni alti in area.
La gestione del dualismo Olivera/Spinazzola a sinistra, così come il momento in cui inserire Politano, rischiano di essere scelte determinanti. Un ingresso tardivo o mal calibrato potrebbe privare il Napoli di quella spinta sugli esterni che spesso fa la differenza contro blocchi difensivi organizzati come quello bianconero.
Juventus, solidità e nuove gerarchie offensive
La Juventus risponde con Di Gregorio tra i pali, portiere da 6.18 che ha garantito sicurezza e continuità, risultando spesso decisivo nelle partite più bloccate. Davanti a lui Kalulu (6.1) e Kelly (6) formano l’ossatura difensiva insieme al resto del reparto, mentre l’assenza contemporanea di Bremer, Gatti e Rugani ha costretto a soluzioni più creative e a rotazioni forzate tipo Koopmeinser a completare il trio difensivo.
In mezzo al campo Locatelli, con una media di 6.04, resta regista e metronomo, affiancato da Mckennie (5.83) e Thuram K., che con 6.17 si sta imponendo come uno dei giocatori più completi e moderni della mediana bianconera. Ai lati, Kostic (6.29) e Conceicao (6.08) offrono corsa sulle corsie e capacità di creare occasioni, specie in transizione, situazione tattica in cui la Juventus può punire un Napoli spesso sbilanciato.
Sulla trequarti e in attacco, molto passerà dai piedi e dalla fantasia di Yildiz, che con 6.42 è la vera stella emergente, capace di accendersi tra le linee e determinare il match con una singola giocata. In area, l’assenza prolungata di Vlahovic ha aperto il ballottaggio tra David (5.63) e Openda (5.83), con entrambi chiamati a far salire la media e a sfruttare le poche palle pulite che arriveranno, contro una difesa azzurra fisica ma non sempre perfetta.
La panchina offre poi alternative come Perin in porta, Cabal e Joao Mario per la difesa, oltre a Cambiaso (5.86), pronto a subentrare con gamba e duttilità. In mezzo, Zhegrova (6.38), Adzic (6.17), Miretti (5.75) aggiungono qualità e corsa, mentre Openda, se non dovesse partire dall’inizio, rappresenta l’arma per colpire in profondità nel finale.
Panchina Juventus, cambi per ribaltare l’inerzia
Il patrimonio di soluzioni a disposizione della Juventus può diventare decisivo soprattutto nella ripresa. Perin garantisce affidabilità in caso di utilizzo, mentre Cabal e Joao Mario offrono alternative laterali, permettendo anche cambi di modulo a gara in corso. Cambiaso, con la sua capacità di interpretare più ruoli, è spesso il primo indiziato a entrare per alzare il baricentro a destra o sinistra.
In mezzo al campo, la presenza di Zhegrova, Adzic, Miretti e altre mezzali consente di adattarsi all’andamento della gara: più qualità tra le linee se bisogna rimontare, più densità se c’è da difendere il risultato. Zhegrova e Adzic, in particolare, sono profili che possono accendere improvvisamente la partita con una giocata fuori copione.
Davanti, Openda è la carta “verticale” per eccellenza: attacco della profondità, strappi e capacità di aggredire lo spazio alle spalle dei difensori, soprattutto se il Napoli dovesse concedere metri. In un contesto del genere, un suo ingresso ben sincronizzato può trasformare una gara bloccata, mentre una serata imprecisa sotto porta rischierebbe di pesare molto sulla valutazione finale.
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Duelli chiave e consigli
Nel cuore della gara, Mctominay contro Locatelli è il duello che può indirizzare il centrocampo: lo scozzese parte con una media più alta e la capacità di arrivare in area, ma se dovesse forzare troppo le giocate potrebbe esporsi alle ripartenze bianconere. Locatelli, se vincerà la sfida sulla gestione del ritmo, potrà incidere positivamente mantenendo la Juventus corta e compatta.
Sulle fasce, Di Lorenzo dovrà misurarsi con Kostic: il capitano del Napoli ha le qualità per limitarne le corse e vincere il duello, trasformandolo in un punto di forza azzurro, ma una gara in affanno potrebbe esporre la linea difensiva a cross e inserimenti continui. Dall’altra parte, il lato Olivera/Spinazzola contro Conceicao sarà altrettanto decisivo: Spinazzola, se scelto dal primo minuto, sembra avere le credenziali per prevalere sia difensivamente sia in proiezione offensiva.
In attacco, Hojlund si troverà spesso ad affrontare la coppia Kalulu-Kelly: se riuscirà a usare bene il corpo e a muoversi tra le linee, potrà incidere in positivo con sponde e attacchi alla profondità. Sul fronte opposto, Yildiz ha tutte le carte per vincere il confronto con Rrahmani, sfruttando la sua capacità di svariare e non dare punti di riferimento; una partita sottotono, però, toglierebbe alla Juventus la principale fonte di imprevedibilità. Infine, dalla panchina Politano e Openda appaiono i due profili più indicati per spaccare i rispettivi duelli con terzini stanchi, influendo in modo determinante, in senso positivo o negativo, sull’esito del match.
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