Fantapazz News
Gestisci la tua lega su Fantapazz
Quadrini mentre allena giovani calciatori
Fantapazznews/news.fantapazz.com

Intervista esclusiva a Marco Quadrini: panoramica sul calcio di oggi, dai mondiali ai settori giovanili passando per il fantacalcio

Marco Quadrini è un ex-calciatore di Roma, Napoli e Palermo. Ai “microfoni” di fantapazz parla di mondiali, mercato e dei giovani italiani

Marco Quadrini è un ex-calciatore di Roma, Napoli e Palermo. Ha giocato a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 e al termine della sua carriera da calciatore ha iniziato la carriera da allenatore con i giovani dell’Acquacetosa, società che lui stesso a rifondato. Noi di Fantapazz abbiamo avuto il piacere di fargli qualche domanda.

La stagione scorsa è stata, forse, la più emozionante e combattuta dell’ultimo decennio nella lotta al titolo, nella zona Champions e forse anche per la salvezza. Qual è stato lo sfottò più divertente a cui hai assistito tra fantallenatori? Su chi avresti puntato se fossi stato al posto loro?

Per quanto riguarda il fantacalcio, avrei puntato sicuramente sulle punte del Napoli e su Icardi Bomber. Io non lo pratico, conosco le regole e ci ho anche giocato in passato però so che per prendere questi grandi giocatori ci vogliono tanti crediti e non si possono prendere tutti i campioni. Avrei preso anche tutti quei centrocampisti o difensori che hanno la propensione al gol che possono essere utili per il punteggio finale. Degli episodi che mi hanno divertito oltre ai rigori sbagliati o agli autogol, c’è stato quel portiere a cui hanno fatto retropassaggio ed è entrata la palla in rete.

Chiudendo prima il calciomercato, rispetto agli altri anni, siamo a Giugno e molte trattative sono già nel vivo o addirittura concluse. Quali colpi in serie A ti sembrano i migliori e che possono dare una svolta alle leghe del fantacalcio? E chi ti aspetti che faccia qualche gran colpo che possa essere messo in cima alle liste dei desideri dei fantallenatori che si preparano all’asta?

Per quanto riguarda il calciomercato che chiude prima sono contento e favorevole perché prima era un continuo protrarsi e vedendola dalla parte dell’allenatore, la cosa positiva è che arriva ad avere tutta la rosa al completo prima e sa su quali giocatori può lavorare e può puntare. Per quanto riguarda il calciomercato in generale l’Italia sta rientrando nei campionati che contano. La Juve la sta facendo sempre un po’ da padrona e poi vedremo il Napoli con Ancelotti come si comporta, credo che uno o due calciatori importanti verranno acquistati e saranno utili anche per il fantacalcio. Ci sarà forse la cessione di Milinkovic-Savic e Felipe Anderson nella Lazio che sono cessioni importanti ed erano giocatori chiave anche per il fantacalcio.

Anche la Roma farà qualcosa anche se forse perderà Alisson che a livello di portieri penso possa essere un top a livello internazionale forse il numero 1 attualmente. Kluivert può essere un acquisto importante perché Di Francesco è un mister che, ai giocatori, oltre a lasciarli liberi nelle qualità che hanno, riesce a dargli anche quel qualcosa in più, soprattutto nei giovani. Avrà la possibilità di fare bene e di arrivare alla conclusione e al gol. Cristante anche potrà far bene anche per propensione personale. E’ stato, credo, il centrocampista che abbia fatto più gol nella scorsa stagione con la sua qualità di inserirsi e di proporsi in area. Ottimo in chiave fantacalcio. Anche Verdi nel Napoli può essere importante non so a livello di quantità di gol quanti ne possa garantire ma sicuramente sarà utilissimo per gli assist.

Il mondiale sta per cominciare senza l’Italia. Tra le stelle del panorama calcistico, quali pensi che confermeranno le attese, quali deluderanno, quali le sorprese e come leggere tutto ciò dal punto di vista del movimento calcistico italiano con un occhio ai giovani?

Purtroppo per quanto mi riguarda, e per tanti altri ragazzi è la prima volta che vediamo il mondiale senza l’Italia. E’ una cosa triste ed è stato un processo che ci ha portato a questo proprio per la mentalità italiana che è una mentalità un po’ appagante in generale. C’è stata la vittoria ai mondiali che aveva mascherato già un malessere generale del calcio italiano sia tecnicamente che soprattutto a livello dirigenziale e di programmi futuri per i giovani della nazionale. Quel mondiale è stato, secondo me, una cosa bellissima che però ha mascherato e il calcio italiano non ha attivato quei processi evolutivi che ci dovrebbero essere costantemente a livello di una nazionale. Speriamo che in futuro, da adesso in poi, riescano a lavorare bene. Mancini è un ottimo allenatore. Penso che poi si debba partire comunque dai vivai. Una cosa che ho visto che si sta attivando è che la federazione a livello nazionale sta promuovendo dei centri territoriali che sono uno sorta di mini-nazionale per i ragazzi anche delle categorie dei dilettanti. I ragazzi partecipano una volta a settimana a degli allenamenti tutti insieme e la federazione li può monitorare e crescere nel tempo. Queste sono cose giuste che sono state prese anche da altre nazioni che ahimè le facevano già da anni. L’importante è rimettersi in pista perché poi da noi i talenti, la qualità e la dedizione non mancano e sicuramente ritornerà ad essere la nazionale che era prima.

Per quanto riguarda le squadre del mondiale sarei contento per l’Argentina. Ovviamente c’è il Brasile che è una squadra super. La Germania e la Spagna sono le nazionali che negli ultimi anni hanno lavorato meglio a livello giovanile e quindi la Germania farà sicuramente un gran percorso mentre la Spagna avrà l’incertezza dell’allenatore dopo quello che è successo col Real Madrid e avendo cambiato in corsa sicuramente una piccola destabilizzazione nella rosa ci sarà anche se hanno scelto un tecnico già nello staff e quindi il cambiamento sarà lieve, però è sicuramente una notizia che ha portato un po’ di malessere nello spogliatoio. Spero che nessun giocatore che abbia aspettative deluda e che possano fare tutti un gran mondiale. Ci sono giocatori che se vogliono mettersi in mostra in ottica mercato, come Milinkovic-Savic,  debbano comunque affermarsi perché il mondiale è la vetrina più importante che ci sia quindi penso che giocatori come il serbo o come Alisson, che già hanno mercato, debbano consacrarsi. Sarebbero un’ottima risorsa per le società. Poi i mondiali, come i tornei, come le competizioni extra al campionato che comunque sono competizioni internazionali mettono in ballo, nei calciatori stessi, motivazioni che il calciatore neanche pensa, quindi sicuramente ci saranno ragazzi che hanno fatto campionati un po’ nell’ombra e che al mondiale usciranno fuori. Sicuramente è una competizione che tirerà fuori anche qualche sorpresa.

Conosciamo meglio Marco Quadrini

Dai primi calci all’Acquacetosa passando per il 2013 alla rifondazione dell’Acquacetosa fino ad oggi, cosa ti senti di consigliare ai bimbi che tirano i primi calci ad un pallone o anche ai giovani che sognano di calpestare i prati della serie A? E cosa consiglieresti ai “signori” del calcio italiano per riportare il movimento ed i calciatori al livello che meritano?

Io personalmente ho iniziato la scuola calcio all’Acquacetosa, poi ho fatto tutta la trafila della Roma e dopo la mia carriera sono ritornato all’Acquacetosa ad allenare, poi la scuola calcio chiude e io ho aperto questa società sempre nella zona di Roma Nord, siamo a via Due Ponti, 115 al circolo Flaminia. L’ho aperta ormai da 9 anni è una società continuamente in crescita abbiamo tanti bambini, abbiamo le squadre del settore giovanile e siamo ovviamente affiliati alla Roma che è una società professionistica che ci segue da vicino e che ci permette di seguire un percorso per i ragazzi sia educativo che soprattutto tecnico importante con loro a fianco.

Per quanto riguarda i bambini la prima cosa che devono fare è divertirsi, una volta che vengono agli allenamenti la cosa principale deve essere il divertimento ovviamente ci devono essere anche dedizione e costanza. Nel percorso di scuola calcio è importante la costanza perché giorno dopo giorno il bambino acquisisce tecniche e metodologie che sono importanti. E’ importante anche la figura del genitore che deve rimanere imparziale, deve solo chiedere al bambino se si è divertito e quella per loro deve essere la cosa più importante, non deve pensare alla serie A al campione o al resto. Per dati statistici solo un bambino su 30.000 arriva al professionismo quindi la prima cosa deve essere il divertimento. Noi cerchiamo di ricreare un ambiente sereno e sano in cui il bambino oltre che calcisticamente può crescere anche come persona a livello educativo che penso sia la cosa più importante.

Per quanto riguarda l’ultima domanda mi auguro che in futuro ci sia sempre più spazio per i giovani, ora hanno inserito anche nelle serie minori l’obbligo di far giocare gli “under” e spero che continuino di questo passo, spero che magari anche le società attingano molto di più dal settore giovanile e che crescano più possibile ragazzi italiani perché il talento ce l’abbiamo sempre avuto e sempre lo avremo.

Alla Roma, da giovane primavera, fosti aggregato alla prima squadra da un certo Zeman e dopo di lui Capello, e Tardelli in U21. Durante quel periodo avesti come capitani giocatori del calibro di Aldair prima e Totti poi. Quale/i il/i compagno/i di squadra ti è/sono rimasto/i nel cuore e magari ancora oggi senti? Successivamente a Napoli, in un periodo diciamo non proprio di splendore per la società partenopea, sei stato allenato da De Canio, Scoglio, Colomba, Agostinelli e Simoni con presidenti prima Corbelli e poi Naldi. Cosa ricordi dei 2 periodi che hanno maggiormente caratterizzato la tua carriera da calciatore?

Ho avuto la fortuna non solo a Roma ma anche nelle altre piazze di avere tutti ottimi allenatori. Ovviamente quello a cui sono legato maggiormente è Zeman perché mi ha fatto entrare nel mondo professionistico ma oltre a questo soprattutto perché è veramente un maestro, oltre a gestire il gruppo che è la qualità di tanti che è poi la qualità principale per fare l’allenatore a determinati livelli, lui era una persona che in campo ti dava anche quel qualcosina in più e sapevi quando entravi in campo quello che dovevi fare. Tardelli è una bravissima persona e un bravissimo allenatore, lo ricordo sempre con tanto affetto, lui mi ha fatto vivere l’ambiente della nazionale e mi ha permesso di vestire la maglia italiana che per un ragazzo è il massimo.

Nel settore giovanile con la Roma ricordo con affetto Aldo Maldera che purtroppo non c’è più, oltre ad essere un gran tecnico è stata una grandissima persona. Quando stavo alla Roma e mi allenavo con la prima squadra è stato veramente un sogno, tutti mi coccolavano perché avevo 18 anni quando ho giocato in serie A. Ho fatto una quindicina di presenze ed ero il piccolo del gruppo mi sono trovato benissimo con tutti e ovviamente li continuo a vedere tutti spesso quando andiamo alle partite della Roma. La domenica ci incontriamo spesso in tribuna quindi vedo Candela, Delvecchio, Totti, Aldair quando sta a Roma, Gautieri lo sento anche telefonicamente, vedo anche Di Biagio, li vedo e li saluto sempre tutti con tanto affetto. Tecnicamente ovviamente ricordo Aldair e Totti e ho avuto la fortuna di giocare con loro che sono veramente 2 grandi campioni.

A Napoli sono stati momenti particolari perché quando sono arrivato io il Napoli era retrocesso dalla serie A quindi erano anni particolari in serie B con una piazza che voleva subito riemergere. Ci sono stati problemi a livello societario con il cambio. 3 presidenti in 3 anni da quando sono arrivato io che ha generato una girandola di allenatori e per quello è stato un periodo un po’ particolare. Napoli è una piazza meravigliosa, è una piazza stupenda, è una piazza in cui c’è solo una squadra e quindi ti dà, a livello emotivo, tantissimo. Vincere a Napoli è una cosa straordinaria. Come compagni a Napoli in 3 anni ne ho avuti tantissimi, ho incontrato proprio ieri Gianluca Luppi con cui ho giocato a Napoli il primo anno e abbiamo fatto un corso sul management. Ho rivisto anche Stellone che adesso sta allenando e gli auguro col Palermo, che è un’altra bella piazza dove ho giocato, di tornare in serie A che è la categoria che più gli si addice. Ne potrei citare tantissimi perché poi nel mondo del calcio si creano delle amicizie e dei gruppi molto importanti.

Ringraziamo Quadrini per la grande disponibilità di confronto su temi più leggeri come il fantacalcio e molto più seri come l’impegno che ogni giorno profonde nei confronti dei “suoi” giovani dimostrata nei confronti di Fantapazznews.

Tutta le redazione augura a mister Quadrini di realizzare nel migliore dei modi il suo percorso professionale.

Vuoi scrivere per noi?

Leghe Fantacalcio