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Gravina non firmerà mai per uccidere il campionato italiano

Chiaro Gravina nelle ultime affermazioni dicendo che non firmerà mai per uccidere il campionato. Lo imponga il Governo se vuole!

Gravina, intervenuto online al meeting “Crescere insieme” è stato chiaro dicendo che  non firmerà mai per uccidere il campionato.

Non firmerò mai il blocco dei nostri campionati, non posso farlo, significherebbe uccidere il calcio italiano.Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga. Se dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino salta anche la stagione 2020-21.

Sul futuro

Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente significato nella vita sociale del nostro Paese, possa ripartire con minor individualismo. Abbiamo bisogno di maggiori relazioni, occorre ragionare in termini di partecipazione e condivisione.

Il piano B in caso di stop definitivo del calcio

Questa storia del piano B è diventata quasi una sorta di mantra, come se fosse la soluzione di tutti i mali. Solo i pessimi dirigenti non hanno piani alternativi, mi pare evidente. Ma se questo piano B deve fare rima con le due parole “è finita”, io allora non ci sto, è una soluzione che abbiamo tutti ma io non posso immaginarlo. Il mio senso di responsabilità mi deve portare ad avere un piano B, C e D… Abbiamo diversi piani qualora si dovesse sospendere il campionato, sottolineo sospendere che è diverso da annullare. La mia presa di posizione è chiara, non firmerò mai a livello individuale il blocco dei nostri campionati, non posso farlo, significherebbe uccidere il calcio italiano. 

I danni sarebbero ingenti

Il calcio non è un’entità separata da altri contesti, con tanti negoziati di natura commerciale e contrattuale con molte realtà. Faccio un esempio: c’è una clausola tra la Lega A con i broadcaster che, in caso di stop, causerebbe un danno emergente di 400 milioni di euro. Non sono numeri buttati lì a caso. Da presidente della Figc ho vissuto due mesi d’inferno, non è facile staccare la spina e non lo posso fare per vivere d’ora in avanti qualche mese tranquillo, chi lo pensa non si rende conto, sarebbe un gesto da irresponsabile. Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner ed istituzioni internazionali, come Uefa e Fifa.

In Francia la Ligue 1 è stata cancellata

È il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Psg, ad esempio, ha già detto di aver perso 200 milioni dopo l’annuncio della chiusura ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. E anche i club della Ligue 2 hanno deciso di presentare proposte alternative. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop: chi è che viene promosso? Chi retrocede? Quali dirittI andremo a calpestare?. Un presidente responsabile della Figc deve tutelare gli interessi del sistema, di tutti, mi rifiuterò sempre di mettere una firma sulla chiusura dei campionati, salvo che ci siano condizioni oggettive, reali, in relazione alla tutela della salute dei tesserati e degli addetti ai lavori. Ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti. Il tempo lavora a nostro favore. 

Il danno economico in caso di stop

Lo abbiamo quantificato diviso per categorie. Con la chiusura totale perderemmo 700/800 milioni di euro, se si dovesse riprendere a porte chiuse oltre 300 milioni di euro, se ripartissimo a porte aperte 100/150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è ormai percorribile.

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